Eliminare il divario fra il prezzo del gas sul mercato europeo e quello sul mercato italiano e ampliare la platea dei beneficiari del bonus sociale. E' stato dato il calcio d'inizio per il decreto che dovrà affrontare il problema del caro bollette e sostenere le imprese e le famiglie maggiormente in difficoltà.
Un primo vertice con tutti i ministri interessati si è tenuto a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni, con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti videocollegato da Bruxelles e i colleghi dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e degli Affari Europei Tommaso Foti.
L'incontro è servito a mettere sul tavolo le misure che saranno inserite in un provvedimento che comunque non sarà domani sul tavolo del consiglio dei Ministri. Saranno necessarie almeno un paio di settimane. E le opposizioni premono: dal Pd a Italia dei Valori, fino al Movimento 5 Stelle che con il leader Giuseppe Conte ha fatto un flash mob davanti a Montecitorio. "L'Italia è in Bolletta", era lo slogan. "Bollette Triplicate, vergognatevi", ha detto Conte. Il governo lavora al decreto che era stato annunciato dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti durante un question time al Senato.
Tra i nodi da sciogliere ci sono uello del rispetto delle norme europee sugli aiuti di Stato e quello del reperimento delle risorse per le coperture. Solo allargare la platea del bonus sociale, come fatto in passato, verrebbe a costare circa 1,5 miliardi di euro. Non poco se si pensa al confronto in atto nella maggioranza anche su altri temi: ad esempio per le risorse necessarie a ridurre l'Irpef per il ceto medio o per avviare una nuova rottamazione. Ecco quindi che la parola d'ordine è prudenza, cautela: nessuna fretta, bisogna fare bene i conti.
"Si sta lavorando, in questo momento non ci sono ancora elementi concreti. - ha detto in mattinata Pichetto - Stiamo osservando tutto anche rispetto a quello che sta succedendo sul gas.Quando hai un'oscillazione ogni 3 giorni di 7 euro a megawattora bisogna un attimino avere bene i fari accesi. Vediamo nei prossimi giorni". Diverse le ipotesi sulla scrivania dei ministri Giorgetti e Pichetto.
La prima è quella di annullare la differenza tra il costo del gas sul mercato di riferimento europeo (l'indice Ttf della Borsa di Amsterdam) e quello sul mercato all'ingrosso italiano (l'indice Psv). Su quest'ultimo il prezzo del gas arriva ad essere più elevato anche di 2 euro a megawattora. Questa mossa porterebbe a un ribasso immediato delle bollette, anche di quelle dell'elettricità legate in parte all'andamento del prezzo del metano. "Nel 2024 il gas ha prodotto il 40% dell'energia elettrica, però il famoso meccanismo a livello europeo - ha spiegato il ministro dell'Ambiente - "determina il prezzo sul peggior impianto nel momento più critico nel 70-75% dei casi. Ecco qual è il guaio. Questo 'accoppiamento' ci è stato molto utile quando il gas era a 10-12-15 euro ma adesso ci sta tornando addosso come un boomerang". Sul tavolo, per venire incontro alle imprese anche il potenziamento dell'energy release (la concessione di elettricità a prezzi calmierati alle imprese energivore che realizzano nuova capacità di generazione da fonti rinnovabili) e la compensazione della tassazione europea Ets sulle emissioni di Co2 a carico dei produttori di energia.
Un punto molto delicato quest'ultimo che - spiegano gli esperti - deve essere negoziato con Bruxelles per non incappare in violazioni delle rigide norme europee sugli aiuti si Stato. Ed è questa la ragioni per la quale alla riunione ha partecipato il ministro Foti. Allo studio sarebbe anche un nuovo intervento sugli oneri di sistema, ma il problema delle coperture rende questa strada impervia. E quello del reperimento delle risorse è il problema principale del capitolo famiglie. Estendere come accaduto in passato la platea dei beneficiari del bonus sociale a chi ha un Isee fino a 15 mila euro (oggi la soglia è fino a 9.530) avrebbe un costo per le casse dello Stato di circa 1,5 miliardi di euro. Il precedente è quello del 2022, quando il governo Draghi scelse questa strada per far fronte alla crisi energetica acuita dall'esplosione del conflitto in Ucraina.
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