MADRID - Dopo l'America, l'Europa. Dopo Washington, Bruxelles. Sull'onda dell'entusiasmo per le ultime sortite di Trump, dalla deportazione di massa degli immigrati ai tagli alle organizzazioni internazionali, i Patrioti europei lanciano da Madrid la loro sfida alle istituzioni Ue, convinti che anche nel Vecchio continente è arrivato il loro momento. Domani e sabato nella capitale spagnola si sono dati appuntamento i maggiori leader del Patriots for Europe, o "dell'internazionale ultra", come la chiama oggi il Psoe. Il partito del premier spagnolo Pedro Sanchez è infatti perfettamente consapevole che aver scelto Madrid non è un caso: l'attuale governo è il loro vero nemico, l'unico rimasto in Ue a guida socialista, l'ultimo baluardo del fronte progressista tra i 27. E il suo programma concentra tutte le proposte che la destra vuole spazzare via. Rispondendo all'appello di Elon Musk 'Make Europe Great Again', sabato mattina saliranno sul palco di un mega hotel fuori città a due passi dall'aeroporto internazionale Adolfo Suarez il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, il primo ministro ungherese Víktor Orban, la presidente del Rassemblement National Marine Le Pen, l'olandese Geert Wilders e alcuni dei rappresentanti delle 13 nazioni che attualmente fanno parte del partito europeo dei Patrioti.
Oggi invece molti incontri, ma tutti a porte chiuse. Una kermesse che si tiene in una fase cruciale per i futuri equilibri politici e economici dell'Unione, a pochi giorni dall'attesissimo voto tedesco e mentre Bruxelles è impegnata a mettere a punto la risposta ai dazi americani. Nell'Eurocamera AfD non fa parte del gruppo dei Patrioti. Tuttavia il clamoroso endorsement di Musk ha fortemente avvicinato il partito di Abascal agli estremisti tedeschi. L'uomo forte di Vox a Bruxelles, il capodelegazione Jorge Buxade Villalba, abbandonando ogni timore, ha solidarizzato apertamente con il partito di Alice Weidel: "L'attacco che sta subendo l'AfD è estremamente grave e dimostra la deriva antidemocratica di chi governa le istituzioni europee", ha detto all'ANSA. Il mantra è sconfiggere il cosiddetto cordone sanitario che sinora ha tenuto lontano da ogni trattativa politica le forze estremiste di destra. Per Buxade è "solo di un pretesto per mettere a tacere milioni di europei che hanno votato liberamente per opzioni politiche che non piacciono all'establishment", una sorta di "apartheid politico" di cui anche i Patrioti hanno sofferto. Rispetto alla minaccia di dazi dell'amico Donald, sempre Buxade ha fatto notare che la colpa della crisi in cui versa l'economia Ue è tutta della Commissione, non certo del neo presidente americano. "La coalizione guidata da Ursula von der Leyen ha causato danni enormi alle nostre imprese, distruggendo sia l'industria che l'agricoltura europea. Nel 2008 - ha sottolineato - il Pil dell'Eurozona era paragonabile a quello degli Stati Uniti; oggi è sceso a quasi la metà. Questa situazione non è colpa di Donald Trump, che è alla Casa Bianca da due settimane, ma piuttosto del risultato prevedibile dopo anni di normative suicide che hanno soffocato l'innovazione e scacciato i talenti europei". Tra "le norme suicide" i Patrioti annoverano come sempre il Green Deal che, per Buxade, "ha soffocato la nostra industria e le nostre campagne", quindi "l'imposizione della globalizzazione e dell'ideologia woke che cercano di distruggere le nostre società, le nostre tradizioni e diluirci come nazioni".
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