'Trust no one': distinguere gli amici dai nemici, con Donald Trump di mezzo, è diventato un esercizio sempre più complicato. E l'Europa non vuole correre rischi. Il termometro della fiducia tra Bruxelles e Washington è ormai prossimo allo zero, al punto da spingere la squadra di Ursula von der Leyen a trattare ogni missione oltreoceano come se fosse diretta a Pechino o in territorio ostile.
Da Palazzo Berlaymont è scattato il protocollo rafforzato anti-spionaggio per commissari e funzionari in partenza per gli Stati Uniti: niente più visti elettronici sui passaporti personali, si viaggia soltanto con un laissez-passer europeo.
Ma nessun telefono o laptop usa e getta, almeno per ora: la Commissione ha smentito le indiscrezioni secondo cui sarebbero stati distribuiti dispositivi 'fantasma' a prova di spia. Precauzioni riservate finora alle visite in Cina e Ucraina - dove il rischio di finire nei radar dell'intelligence cinese o russa è tutt'altro che remoto - e non ad alleati storici considerati al di sopra di ogni sospetto.
L'escalation delle tensioni con l'inquilino della Casa Bianca ha fatto scattare l'allarme a Palazzo Berlaymont, portando l'esecutivo ad aggiornare il suo vademecum per le missioni. Una revisione che, ha voluto precisare un portavoce Ue, riflette "i più recenti cambiamenti nel modo in cui la Commissione comunica, nonché l'aumento generale delle minacce a livello globale in materia di cybersicurezza".
Nessuna istruzione - stando alle comunicazioni ufficiali - impartita sul ricorso a smartphone o laptop 'da 007' prepagati e non tracciabili. Eppure, secondo le rivelazioni del Financial Times, qualche tutela in più ci sarebbe: device personali vietati durante le missioni, telefoni da spegnere alla frontiera e da riporre in custodie schermate quando non in uso. I primi a testare il nuovo prontuario saranno i commissari Valdis Dombrovskis, Maria Luis Albuquerque e Jozef Sikela, pronti a volare a Washington per le riunioni di primavera del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, dal 21 al 26 aprile. "Temiamo che gli Stati Uniti possano accedere ai nostri sistemi interni", ha ammesso un funzionario europeo al foglio della City.
A fargli eco, un collega che ha rincarato la dose: "La storica alleanza transatlantica è finita". Una sintesi del gelo sceso tra le due sponde dell'Atlantico nonostante la volontà di Bruxelles di "lasciare spazio ai negoziati" per non aggravare la guerra commerciale: dopo il faccia a faccia a Washington con il segretario al Commercio americano, Howard Lutnick, è atteso puntuale un tweet - senza lucchetto - del commissario Ue Maros Sefcovic.
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