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ANSAcom - In collaborazione con Generali Italia
Le piccole e medie imprese italiane non superano l'esame in materia di gestione dei rischi cyber: raggiungono complessivamente un livello di consapevolezza in materia di sicurezza digitale di 52 su 100, rispetto a una sufficienza di 60 su 100, in crescita di un solo punto percentuale rispetto al 2023. E' quanto emerge dal secondo Rapporto Cyber Index Pmi, realizzato da Generali e Confindustria, con il supporto scientifico dell'Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano, con la partecipazione dell'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
Nello specifico il 44% delle 1.005 Pmi intervistate riconosce il rischio cyber, ma solo il 15% ha un approccio strategico e la capacità di valutare questo rischio e mitigarlo; il 56% è poco consapevole, con un 18% che si può definire principiante, con una quasi nulla implementazione delle misure di protezione.
Il rapporto - presentato nel corso di un evento nella sede romana di Confindustria - evidenzia come, seppur vi sia una crescente attenzione sulla materia, manchi un vero e proprio approccio strategico che preveda la definizione di investimenti e la formalizzazione di responsabilità da parte della aziende italiane, con un punteggio medio di 54 su 100 (+ 2% sul 2023).
Sebbene le leve di attuazione siano maggiormente sviluppate, con un valore di 57 su 100 (+1%), le Pmi hanno difficoltà nello stabilire priorità, perché mancano le azioni di identificazione corrette che permettano di approcciare il tema in maniera più oculata e consapevole, con un punteggio medio di identificazione 45 su 100 (+2%).
"Il secondo rapporto Cyber Index Pmi conferma il persistente ritardo nella maturità delle piccole e medie imprese in ambito cybersecurity, pur registrando una lieve crescita dell'indice rispetto al 2023. Sebbene la consapevolezza sui rischi cresca, le Pmi continuano a manifestare scarsa comprensione del dominio aziendale e della propria filiera" ha sottolineato Alessandro Piva, direttore dell'Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano. "Il fattore umano - ha continuato - rimane la principale vulnerabilità ma nel prossimo futuro gli sviluppi tecnologici, in particolare l'Intelligenza artificiale e la generative AI, contribuiranno ad aumentare l'incertezza sui rischi cyber, rendendo indispensabile l'adozione di misure preventive immediate".
"Promuovere l'innovazione delle Pmi e favorire la loro trasformazione digitale è una delle principali sfide di questo tempo" ha commentato Massimo Monacelli, general manager di Generali Italia, che promuove il Cyber Index insieme a Confindustria. "Come Generali - ha proseguito -, consapevoli della nostra responsabilità sociale in qualità di primo assicuratore in Italia, vogliamo supportare in maniera concreta la diffusione della cultura della cyber sicurezza, accrescendo la consapevolezza della vulnerabilità rispetto al rischio informatico e sottolineando l'importanza dell'adozione di adeguate soluzioni di protezione".
ANSAcom - In collaborazione con Generali Italia
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