"A Melfi chiediamo di fare presto nel lancio delle produzioni dei sette veicoli e chiediamo che il primo veicolo prodotto possa essere già nella versione ibrida, per non perdere contatti col mercato dei compratori. Auspichiamo che questo processo si realizzi e costituisca le premesse per consolidare la presenza del gruppo Stellantis": così il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano, intervenendo stamani, a Potenza, al congresso regionale dei metalmeccanici Cisl in Basilicata, che si è concluso con la conferma di Gerardo Evangelista nel ruolo di segretario regionale.
"Le difficoltà a Melfi, dove nel primo mese del 2025 sono state prodotte solo 2.000 vetture, a fronte delle 60 mila del 2024 - ha aggiunto - sono evidenti. Siamo nella fase di partenza di un nuovo progetto che auspichiamo possa portare al lavoro chi da tempo è in cassa integrazione". E sull'indotto ha ribadito: "E' un problema enorme, dato che sta subendo di più la fase di transizione, e per questo chiediamo a Stellantis di assumersene la responsabilità. Il prossimo 5 marzo avremo un incontro col governo per fare il punto sulla fase di partenza".
"La partita sull'automotive è aperta anche in Europa - ha detto - dove c'è una tempesta perfetta che si sta scaricando sui lavoratori, sulle fabbriche. Gli stati e i governi non possono attendere che questa bufera spazzi via l'industria più importante del nostro continente. L'Europa deve fare uno sforzo in più, meno ideologie e più finanziamenti, più investimenti per la transizione, per accompagnarla con delle opportunità e con le compatibilità sociali, che significa dire no ai licenziamenti, no alla chiusura delle fabbriche".
Sul rinnovo del contratto nazionale, Uliano ha confermato che "siamo alla rottura totale. Siamo in una situazione delicata.
Gli imprenditori di fatto vogliono impedirci di scrivere una quantità economica nella richiesta contrattuale. La loro proposta è non scrivere impegni economici e per noi è inaccettabile. Le distanze - ha concluso - sono enormi dato che noi abbiamo chiesto 280 euro in più nei prossimi tre anni e loro propongono zero. Abbiamo già fatto 16 ore di sciopero e ci apprestiamo a dichiararne altre otto ore a marzo".
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