Ventisette persone, tra le
quali due ex rettori, sono stati rinviati a giudizio a
conclusione di un'inchiesta su presunti concorsi pilotati
all'Università Mediterranea di Reggio Calabria, e su presunte
irregolarità nella gestione degli appalti e sull'utilizzo delle
auto e delle carte di credito dell'Ateneo per scopi personali.
Lo ha deciso il gup di Reggio Calabria Irene Giani davanti alla
quale si è conclusa l'udienza preliminare del processo
"Magnifica" nato da un'inchiesta della guardia di finanza che,
con il coordinamento della Procura di Reggio Calabria, ha fatto
luce sulla gestione dell'Ateneo.
Con l'accusa di essere capi e promotori di un'associazione a
delinquere finalizzata a commettere molteplici delitti contro la
pubblica amministrazione e la fede pubblica, sono stati mandati
a processo gli ex rettori Pasquale Catanoso e Marcello Zimbone.
Su richiesta della Procura, diretta da Giuseppe Lombardo,
entrambi sono stati rinviati a giudizio anche per i reati di
corruzione aggravata, favoreggiamento personale, falso e
peculato. Il solo Zimbone risponde anche di omissione d'atti
d'ufficio.
Assieme a sono stati rinviati a giudizio altri 25 imputati
tra docenti universitari, amministrativi e dipendenti
dell'università Mediterranea.
Al termine delle udienze preliminari, il gup ha anche
prosciolto 13 imputati. Di questi 12 sono usciti dal processo
perché accusati di abuso d'ufficio, reato non più previsto dalla
legge e quindi non perseguibile.
Nell'aprile 2022, nei confronti degli ex rettori era stata
emessa un'ordinanza di interdizione dai pubblici uffici dove il
gip aveva scritto che "il quadro che emerge dalle recenti
risultanze investigative è a dir poco disarmante". Accusato di
essersi appropriato "della provvista di denaro esistente
mediante un uso sistematico per il soddisfacimento di esigenze
personali e non istituzionali", su Catanoso il giudice per le
indagini preliminari aveva evidenziato che "si fa fatica a
credere che un uomo delle istituzioni, una delle più importanti
per la crescita culturale, civile ed economica del paese, sia
potuto arrivare a fare ciò che abbiamo visto con una
sfrontatezza fuori dal comune. I fatti denotano mancanza di
senso delle istituzioni".
Il processo è stato fissato per il 28 marzo 2025.
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