Il Consiglio dei ministri, su
proposta del ministro dell'interno Matteo Piantedosi, "in
considerazione degli accertati condizionamenti da parte della
criminalità organizzata che compromettono il buon andamento
dell'azione amministrativa", ha deliberato lo scioglimento del
Consiglio comunale di San Luca e l'affidamento per la durata di
diciotto mesi della gestione dell'ente ad una Commissione
straordinaria.
Il Comune del Reggino era già commissariato dopo che alle
elezioni del giugno dello scorso anno non si era presentato
alcun candidato a sindaco.
Il primo cittadino uscente, Bruno Bartolo, che era stato eletto
nel 2019 dopo un periodo in cui il Comune era stato
commissariato anche in quel caso per infiltrazioni mafiose,
aveva deciso di non riproporre la propria candidatura. "Nessun
condizionamento, né pressioni da parte della 'ndrangheta", aveva
affermato Bartolo per spiegare i motivi della sua decisione. "La
verità - aveva aggiunto il primo cittadino uscente - é che le
istituzioni hanno abbandonato il Comune ed hanno abbandonato, in
particolare, me. Non ha avuto seguito, in sostanza, la promessa
fatta dall'allora prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari,
secondo la quale lo Stato ci sarebbe stato vicino, invitando a
candidarci. Ma così non é stato".
Pochi giorni dopo le mancate elezioni amministrative, si era
insediata nel Comune la Commissione d'accesso antimafia,
disposta dal Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, su
proposta del prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro. A
conclusione dell'accesso la commissione ha redatto una relazione
con cui ha proposto lo scioglimento del Comune per presunti
condizionamenti da parte della criminalità organizzata. Proposta
che il Consiglio dei ministri ha oggi accolto.
Con quello deciso oggi salgono a tre gli scioglimenti in 25 anni
del Comune di San Luca per infiltrazioni mafiose.
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