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Nuove molecole anticancro uccidono le cellule malate più forti

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Nuove molecole anticancro uccidono le cellule malate più forti

Sfruttano il ferro per distruggerle dall’interno, test sugli animali

12 maggio 2025, 16:17

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Allo studio nuove molecole nella lotta contro i tumori (fonte: Pixahive) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Allo studio nuove molecole nella lotta contro i tumori (fonte: Pixahive) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una nuova classe di molecole anti-cancro è in grado di uccidere le cellule malate più resistenti alle terapie e che spesso danno poi origine alle metastasi. Il loro successo si deve alla capacità di indebolire le cellule tumorali sfruttarndo il ferro che accumulano in grandi quantità. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, si deve al gruppo di ricerca guidato dall’Istituto francese Curie, il Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (Cnrs) e l'Istituto nazionale francese per la ricerca sulla salute e la medicina (Inserm).

I primi test su animali hanno mostrato una significativa riduzione della crescita tumorale, ed è ora necessario passare a test clinici sull’uomo per capire se queste molecole potranno andare ad integrare le terapie attualmente disponibili. I ricercatori coordinati da Raphaël Rodriguez sono partiti dalle straordinarie proprietà delle cellule tumorali più persistenti: queste, grazie ad una proteina presente in superficie, riescono a immagazzinare grandi quantità di ferro, che le rende più aggressive e capaci di sopravvivere alle cure standard. Ma questo punto di forza può trasformarsi in una debolezza: l’elevata presenza di questo elemento, infatti, rende le cellule più vulnerabili alla cosiddetta ferroptosi, un processo di morte cellulare avviato proprio dal ferro, che provoca l'ossidazione e la degradazione dei grassi che formano le membrane. Questa reazione si propaga poi nella cellula, fino ad ucciderla.

Gli autori dello studio hanno quindi messo a punto una nuova classe di piccole molecole che attivano la ferroptosi: queste molecole possiedono un frammento che gli permette di accumularsi nelle cellule e un altro che invece si lega al ferro, rendendolo più reattivo. Fento-1, questo il nome del composto, è stato inoltre disegnato per essere fluorescente, e ciò ha permesso ai ricercatori di osservare il suo comportamento e confermare la sua modalità di azione.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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