L'Etna al centro di un programma
di ricerca internazionale finalizzato ad esplorare nuovi scenari
per tutelare il paesaggio, riqualificare i ruderi, studiare e
valorizzare il sottosuolo archeologico del vulcano in attività
più grande in Europa, ma anche Patrimonio Unesco. Insieme
saranno le Università di Madrid, Palermo, Barcellona, Smirne,
Napoli, Catania con il contributo di cinque gruppi di
progettazione etnei che approfondiranno temi importanti come
storia, arte, ambiente, diritto e tecnologia. Al via nella sede
del Parco dell'Etna a Nicolosi, dal 21 al 23 febbraio, il
programma laboratoriale di architettura: "Mount Etna. Abitare il
vulcano, memorie, tecniche, natura". Un laboratorio di ricerca
che vede l'Ente Parco dell'Etna promotore del progetto "Mount
Etna", insieme all'Archeoclub d'Italia, col patrocinio
dell'Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana,
ed il coinvolgimento dell'Assemblea Regionale Siciliana e della
Fondazione Federico II.
Si punta ad un nuovo modello di ristrutturazione con
riqualificazione e fruizione dei ruderi, secondo un modello
filologico e critico seguendo i dettami delle carte del restauro
e con particolare attenzione alla moderna letteratura
architettonica sul rapporto tra antichità e modernità, della
zona etnea per promuovere nuove forme di utilizzo rispettose del
Monte Etna e delle sue colate laviche, dando alle popolazioni
del luogo strumenti per convivere col vulcano. Lo ha annunciato
l'architetto Francesco Finocchiaro, direttore del Dipartimento
Architettura e Paesaggi di Archeoclub d'Italia nazionale.
Il tema principale sarà quello della natura abitata. Al
progetto lavoreranno progettisti e specialisti di Università
Internazionali: Palermo, Catania, Napoli ma anche Parigi,
Smirne, Barcellona e Madrid. Tutti gli esperti daranno vita al
laboratorio con il workshop aperto alla stampa ed in programma
dal 21 al 23 Febbraio, presso la sede dell'Ente Parco dell'Etna,
a Nicolosi, con la partecipazione di vulcanologi, architetti,
geologi, architetti.
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