E' ripreso in mattinata l'incidente
probatorio, iniziato ieri e che con ogni probabilità terminerà
domani, davanti al gip Vinicio Cantarini, come chiesto dalla
Procura della Repubblica di Rimini, pm Daniele Paci, per
risentire ad interrogatorio Manuela Bianchi. Si è parlato della
mattina del 4 ottobre del 2023, giorno in cui la nuora Manuela
ritrovò il cadavere della suocera Pierina Paganelli nel vano
ascensore del garage di via del Ciclamino. La donna ha
confermato, aggiungendo particolari più precisi, la versione
data il 4 marzo quando la Procura le contestò il reato di
favoreggiamento personale nei confronti di Louis Dassilva, il
senegalese di 35 anni con cui la Bianchi ha avuto una relazione
extraconiugale e indagato per l'omicidio.
La nuora di Pierina, difesa dall'avvocata Nunzia Barzan con
la consulenza di Davide Barzan, sta rispondendo alle domande del
giudice e ha ribadito che fu Dassilva a raccontarle alcune cose
della scena del crimine. Lui le disse dei cocci del barattolo di
vetro che avrebbe avuto in mano la vittima, finiti quindi sul
pavimento. Stando al racconto della donna poi sarebbe stato
sempre Dassilva a dirle di chiamare il ragazzo moldavo che vive
nel loro stesso condominio e di abbracciarlo per sviare i
sospetti dalla loro relazione. Su questi particolari della scena
del ritrovamento, la discussione e l'interrogatorio durerà molto
visto che è una parte importante dell'indagine e domani si
proseguirà in mattinata.
Dopo le domande del giudice infatti toccherà alla difesa di
Dassilva, i legali Riario Fabbri e Andrea Guidi, interrogare la
nuora e quindi provare a smontare la sua versione dei fatti. Non
si esclude che la difesa del senegalese in carcere dal 16 luglio
non proponga nuovi testi o prova a discolpa. Uno di questi
sarebbe già stato avanzato, un testimone che uscendo quella
mattina dal garage di via del Ciclamino non avrebbe visto né
sentito nulla, quindi per la difesa di Dassilva avrebbe smentito
Manuela. Ma, secondo quanto raccontato dalla nuora, lei e
Dassilva si sarebbero visti all'interno del box auto e avrebbero
bisbigliato per non farsi sentire.
Il gip deve comunque decidere sulla scarcerazione del
senegalese come da istanza presentata dalla difesa. L'udienza di
oggi interrotta alle 14.30 per impegni della Procura è ripresa
alle 16 per poi essere aggiornata a domani mattina quando
riprenderà il controesame della difesa che ha depositato un
supplemento di perizia tecnica sui telefonini. Ma è proprio
dall'analisi dei telefonini di Louis Dassilva che gli inquirenti
avrebbero in questi giorni aggiunto un nuovo tassello alle
indagini. Il 35enne infatti pare abbia chiesto ad alcuni
connazionali in Senegal di fare riti voodoo, dando i nomi di sei
poliziotti della squadra mobile di Rimini e del sostituto
procuratore Daniele Paci. Vi sarebbe un messaggio in mano agli
inquirenti ed inserito nel fascicolo di indagine sull'omicidio e
che risalirebbe a non molto tempo dopo il delitto, quindi nel
2023.
Louis avrebbe chiesto ad uno sciamano di eseguire riti
voodoo, per paura di finire in carcere. Lo stesso Dassilva,
interrogato in carcere dal gip Vinicio Cantarini il 17 marzo,
avrebbe ammesso di credere nel voodoo. "Ci credo. I riti voodoo
esistono per diversi scopi per purificarsi dal maleficio, per
mandare un maleficio o affinché ti vada bene qualcosa. Valgono
indipendentemente che uno ci creda o no".
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