Tre cortei hanno
caratterizzato il pomeriggio di Reggio Emilia, ma nonostante le
preoccupazioni della vigilia e un massiccio dispositivo di forze
dell'ordine, non ci sono stati né scontri, né particolari
momenti di tensione.
Città blindata e divisa a spicchi: da una parte, in Piazzale
Europa (dietro alla stazione ferroviaria), il presidio fisso di
estrema destra, con la rete dei patrioti. Dall'altra gli
antifascisti divisi in due: i centri sociali hanno sfilato dallo
stadio Mirabello di via Matteotti fino a metà di viale IV
Novembre che conduce alla stazione, mentre la manifestazione
indetta da Anpi, istituzioni e sindacati (alla quale hanno
aderito circa 150 tra circoli e associazioni) si è spinta in
marcia verso il centro storico.
I primi a indire il sit-in qualche settimana fa erano stati i
manifestanti di estrema destra per "occupare" il quartiere
stazione, al centro delle polemiche per la sicurezza. Poi hanno
risposto gli antifascisti con le contromanifestazioni.
"Riconquistiamo Reggio Emilia" è stato lo slogan gridato da
circa 200 membri tra Casa Pound, Rete dei patrioti e Reggio
Emilia Identitaria, con bandiere tricolori, striscioni, inno
nazionale cantato più volte e qualche petardo sparato.
La risposta a distanza da parte degli antifascisti degli
spazi sociali - circa 400 tra Lab Aq16, Casa Bettola e Città
Migrante, si sono radunati sotto lo stadio Mirabello - non si è
fatta attendere. "A Reggio Emilia non si può passare. I fascisti
propagano odio, si insinuano nei nostri quartieri e
strumentalizzano la sicurezza", hanno detto in un corteo con
fumogeni, bandiere al cielo e canti come 'Bella Ciao'. Così come
la contromanifestazione principale, quella più istituzionale,
che ha visto sfilare quasi tremila persone in centro storico.
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