BOLOGNA, 16 APR - Lo zio di Saman, Danish Hasnain "ha fatto trovare il corpo della ragazza, ha confessato il seppellimento, ha chiamato in reità i due cugini, quantomeno per l'occultamento del cadavere". Insomma, "abbiamo aiutato il processo e crediamo che questo atteggiamento meriti di essere preso in considerazione, cosa che la Procura generale invece non vuole fare". Lo ha sostenuto l'avvocato Liborio Cataliotti, a margine dell'udienza in Corte di assise di appello a Bologna dopo aver pronunciato la sua arringa nel processo sull'omicidio della 18enne morta a Novellara nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021.
Il suo assistito, Hasnain, in primo grado è stato condannato a 14 anni, mentre la Procura generale ha chiesto l'ergastolo per tutti gli imputati: oltre allo zio, i due cugini Nomnhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz e i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen.
In aula il legale ha anche contrastato l'appello dell'accusa sulle aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti e futili e ha sollevato una questione di costituzionalità: "La legge dice che se una sentenza deriva da rito abbreviato non è appellabile dalla Procura, se arriva da rito ordinario lo è".
Nel caso di Danish c'è stata una sentenza che ha concesso i benefici del rito abbreviato post dibattimento, modificando la contestazione: "Siamo in una zona ibrida, a mio avviso c'è un vuoto legislativo che merita l'intervento della Corte Costituzionale".
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