Due operai sono morti oggi a Milano in due distinti incidenti sul lavoro. Si chiamavano Endrit Ademi 24 anni e Roberto Vitale, di 60.
Ademi, italiano nato in Kosovo, viveva a Rovato in provincia di Brescia ed è morto in via Bassini, a Milano, cadendo da 12 metri mentre stava effettuando dei lavori su una facciata di un palazzo in zona Lambrate
Vitale, che secondo la Uil era già in pensione, lavorava per una ditta di trasporti del Bresciano ed è stato travolto e ucciso da una motrice condotta da un collega la scorsa notte all'interno di un deposito della Dhl di Carpiano, nel Milanese. L'uomo dopo aver scaricato della merce, si è incamminato nel piazzale dell'azienda di cui era dipendente dove è stato accidentalmente investito dalla motrice condotta da un 62enne italiano ed è morto sul colpo.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Melegnano e il personale dell'Ats.
Cgil: 'E' una strage continua Non bastano più i minuti di silenzio e le promesse di intervento'
"E' una strage continua" così Vincenzo Greco della segreteria Cgil di Milano ha commentato la morte di lavoratori in due distinti episodi a poche ore di distanza oggi a Milano e provincia.
A Carpiano in un deposito Dhl un sessantenne è stato investito accidentalmente nel piazzale dell'azienda dopo che aveva finito di scaricare la merce, in città un 24enne è caduto dal ponteggio di un cantiere.
"Non bastano più i minuti di silenzio e le promesse di intervento - ha commentato Greco -. Non basta continuare a parlare genericamente di 'sicurezza'. Servono ispettori del lavoro (a Milano ce ne sono solo 20), formazione, regole e responsabilità chiare. C'è bisogno di un impegno concreto da parte di aziende e istituzioni. Serve, soprattutto, una cultura del lavoro e della prevenzione che rimetta al centro la vita, la sicurezza e la salute delle persone".
"Stop alla politica degli annunci -è la sua richiesta- non è più accettabile che si risponda a ogni tragedia con parole vuote e misure di facciata. Ogni vita persa sul lavoro è una sconfitta dello Stato e del sistema produttivo".
"Siamo di fronte a una strage, non a un'emergenza. Siamo di fronte a una vera e propria strage. La logica è sempre quella: si continua a morire perché la salute e la sicurezza sono considerate un costo e, anziché investire, si continua a far morire le persone". Così il segretario della Cgil, Maurizio Landini, arrivando a Pescara per un evento sui referendum dell'8 e 9 giugno prossimi, commenta gli ultimi incidenti mortali sul lavoro. "Di nuovo la solita logica - ha detto Landini ai cronisti - conta il profitto, al centro c'è il profitto, non la persona e la persona diventa una macchina". "Di nuovo la solita logica - ha detto Landini parlando con i cronisti - conta il profitto, al centro c'è il profitto, non la persona e la persona diventa una macchina, una merce che può essere comprata e venduta, un prezzo da pagare a questo modello. Quindi, è chiaro che è il modello di fare impresa, di far mercato che va cambiato. Al centro - conclude il segretario Cgil - deve tornare la persona e serve fare tutta una serie di provvedimenti e di misure che non si stanno prendendo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA