"L'approvazione della legge
regionale sul fine vita da parte del Consiglio regionale della
Toscana rappresenta una grande vittoria di civiltà, un enorme
passo avanti per la tutela di diritti fondamentali come quello
della libertà di scelta nel nostro Paese". Lo scrive il vice
presidente del Consiglio regionale delle Marche, Maurizio
Mangialardi (Pd). Proprio nelle Marche, nel 2022, si registrò
nel 2022 il primo caso di suicidio medicalmente assistito in
Italia per il 44enne Federico Carboni.
"Il merito - aggiunge l'esponente a proposito della legge in
Toscana - va attribuito alla tenacia dell'associazione Luca
Coscioni e alla determinazione del centrosinistra toscano che ha
voluto dare seguito a questo input frutto delle battaglie, tra
gli altri, di Max Fanelli, Federico Carboni, Fabio Ridolfi". "Il
Consiglio Regionale delle Marche ha ora una grande opportunità,
- sottolinea Mangialardi - quella di approvare in tempi rapidi
la PdL 129/22 "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria
regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi per
effetto della sentenza n. 242/19 della Corte Costituzionale" di
cui sono primo firmatario e che giace in quarta Commissione da
quasi tre anni e di cui ho già sollecitato la discussione
direttamente in Aula a novembre, incontrando ancora una volta il
muro di gomma della destra marchigiana che ha chiesto il
rinvio".
"Una proposta di legge, i cui contenuti sono assolutamente
simili rispetto al testo della legge toscana, - conclude - che
ha come obbiettivo regolamentare le procedure e i criteri di
accesso al suicidio assistito rispondendo positivamente alla
sollecitazione della sentenza n. 242/19 evitando dolore e
sofferenze inutili a chi decide volontariamente di ricorrere a
questo strumento".
Circa tre anni fa, il primo caso di suicidio medicalmente
assistito in Italia si verificò nelle Marche: il 16 giugno 2022,
Federico Carboni, 44 anni, tetraplegico da 12 anni dopo un
incidente stradale, moriva nella sua casa di Senigallia
(Ancona), dopo essersi auto somministrato il farmaco letale
attraverso un macchinario apposito. Federico, o "Mario", come
era conosciuto prima che decidesse di rivelare la sua identità è
stato il primo italiano ad aver chiesto e ottenuto l'accesso al
suicidio medicalmente assistito, reso legale dalla sentenza
della Corte costituzionale sul caso Cappato-Antoniani. Il via
libero definitivo per l'accesso al suicidio assistito era
arrivato il 9 febbraio 2022, con il parere sul farmaco e sulle
modalità di assunzione, dopo una battaglia legale con
l'Asur, azienda sanitaria unica regionale delle Marche, ora
sciolta, durata circa due anni, in cui Federico era stato
assistito dall'Associazione Luca Coscioni.
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