Nel 2024 la sezione giurisdizionale
della Corte dei Conti delle Marche ha emesso 140 sentenze: 36 le
decisioni in materia di responsabilità amministrativa tra cui 25
sentenze di condanna a risarcire un danno erariale per oltre sei
milioni di euro. Il dato è emerso durante la relazione del
presidente della sezione giurisdizionale della Corte Valter
Camillo Del Rosario all'inaugurazione dell'Anno giudiziario
della giustizia contabile nelle Marche, alla Loggia dei Mercanti
di Ancona.
I giudizi di responsabilità e di conto pendenti ad inizio
2024 erano 71 e nel corso dell'anno ne sono pervenuti altri 208.
Quanto ai tempi per definire i procedimenti si sono quantificati
tra i sei mesi e un anno per il 70% delle cause; nel 22% dei
casi entro sei mesi e nell'8% il giudizio ha superato l'anno di
durata.
Il presidente Del Rosario ha rilevato nell'anno trascorso un
aumento delle richieste risarcitorie avanzate, degli atti di
citazione per danno erariale e anche delle sentenze emesse dalla
Sezione.
Tra le condanne più rilevanti, richieste e ottenute dalla
Procura regionale guidata da Alessandra Pomponio, quella
inflitta per un indebito conseguimento di tariffe incentivanti
per realizzare impianti fotovoltaico ai danni del Gestore dei
servizi energetici (Gse): le somme indebite sarebbero state
ottenute con false dichiarazioni e documenti, opere difformi da
quelle previste dai titoli edilizi depositati presso i Comuni.
Al termine del procedimento, l'amministratore e le singole
società a lui riconducibili sono stati condannati a risarcire
4.168.768 euro alle casse erariali. Altra maxi-condanna ha
riguardato frodi per indebiti contributi pubblici affidati
dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) a sedicenti
imprese agricoli: si sono succedute cinque sentenze che hanno
sancito la responsabilità di vari soggetti per complessivi
579mila euro.
Un'altra sentenza ha riconosciuto responsabile un dirigente
dell'ex Azienda sanitaria unica regionale delle Marche per un
danno di circa 110mila euro riguardante l'irregolare
corresponsione di rimborsi chilometrici ad un dipendente per
trasferte effettuate nella regione.
La Corte ha inoltre condannato per un danno erariale, ma in
misura ridotta rispetto agli oltre 13mila euro contestati, un
infermiere addetto alla vaccinazione anti-Covid ad Ancona che
simulava dietro compenso l'inoculazione ai cittadini facendo
ottenere la cosiddetta certificazione Green Pass durante la
pandemia.
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