Lavoro di sintesi, competenza
ed esperienza per le equipe mediche dell'ospedale Cardarelli di
Campobasso e dell'Università del Molise che esercitando insieme
hanno risolto un caso più che complicato. Una paziente di 50
anni presentava una avanzata patologia neurologica di base e
calcoli alla colecisti complicati da pregressi episodi di
infiammazione. Condizioni di partenza davvero molto critiche.
Intervenire chirurgicamente con anestesia totale per rimuovere i
calcoli avrebbe rappresento per la paziente un rischio non
accettabile, quello di non riprendere a respirare
spontaneamente. Grazie all'incrocio di competenze
e abilità sanitarie l'intervento è pienamente riuscito e la
donna sta bene. Grazie alla collaborazione del reparto di
Neurologia, diretto da Nicola Iorio, che ha evidenziato il
rischio per la paziente di non reggere le conseguenze
dell'intubazione e dell'anestesia generale, il direttore
dell'Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione,
Vincenzo Cuzzone, e il professore Aldo Rocca, docente Unimol di
Chirurgia, hanno individuato l'altra strada possibile:
intervento con la paziente sveglia in anestesia neuroassiale,
quella tipicamente usata per i parti. Questa volta, però, si è
intervenuto molto più in alto nell'addome, sulla colecisti, per
evitare alla donna infezioni anche letali vista la fragilità del
sistema immunitario.
A contare per il successo di questo caso, i numerosi
interventi di chirurgia epatobiliare pancreatica condotti con
questa tecnica e l'esperienza dei chirurghi allievi del
professor Calise. Alcuni di loro hanno iniziato come studenti di
Medicina all'Unimol e ora al Cardarelli offrono le loro
competenze.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA