"La vita non è solo mare quieto e
vento in poppa e non possiamo evitare giorni negativi e bufere
ma dobbiamo sempre mantenere la calma, non permettere che tempi
difficili diventino drammatici E ne paghino le conseguenze i più
deboli". Lo ha detto oggi Zoran Milanović nel discorso di
insediamento per il suo secondo mandato quinquennale da
Presidente della Repubblica di Croazia, pronunciato dopo il
giuramento che si è tenuto al Palazzo presidenziale a Zagabria.
Milanović ha chiaramente fatto riferimento alle profonde
mutazioni geopolitiche, aggiungendo che "dobbiamo smettere di
illuderci che sarà qualcun altro ad adoperarsi per noi, forse un
poco, ma per noi il nostro Paese è sempre al primo posto". "Il
mondo di oggi - ha continuato - è irriconoscibile rispetto a
solo un decennio fa, all'orizzonte sta emergendo qualcosa di
nuovo, ancora poco chiaro, che può confondere e fare paura".
Concludendo, Milanović ha voluto ribadire che "non c'è debolezza
più grande dell'odio, dello sciovinismo o del disprezzo verso
chi è diverso". Milanović ha giurato sulla Costituzione alla
presenza di circa 150 invitati, rappresentanti delle
istituzioni, dei partiti politici e della società civile croata.
Assenti però erano il primo ministro conservatore Andrej
Plenković e il presidente del Parlamento Gordan Jandroković,
anch'esso dirigente dell'Unione democratica croata (Hdz), che
hanno deciso apertamente di boicottare la cerimonia perché sono
dell'opinione che nel suo primo mandato Milanović abbia violato
la Costituzione e uscito dalle sue competenze, attaccando il
premier con una retorica accesa, spesso anche con offese
personali. C'è pertanto da attendersi che la difficile
coabitazione tra le due principali cariche politiche del Paese e
la rivalità tra Milanović e Plenković continuerà a dominare la
scena politica croata. Al ballottaggio delle elezioni
presidenziali, tenutesi il 12 gennaio, Milanović, appoggiato da
tutti partiti di centro e centrosinistra, ha trionfato con il
74,68% dei voti. Si tratta del risultato più alto mai raggiunto
da un candidato presidenziale in Croazia.
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