Il Politecnico di Torino punta a
rafforzare ulteriormente la sua vocazione internazionale oltre i
confini europei e guarda in particolare all'America Latina e
all'Africa mediterranea e SubShariana. Lo ha spiegato il rettore
Stefano Corgnati alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno
accademico - il 118o dall'istituzione del Politecnico e il 165o
dalla fondazione della Scuola d'Applicazione per gli Ingegneri -
a cui parteciperanno il ministro degli Esteri Antonio Tajani e
il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.
"Oggi su 36.000 studenti iscritti al Politecnico - ha
spiegato Corgnati - il 23% arriva dall'estero, dell'altro 77% la
metà proviene da regioni diverse dal Piemonte. Abbiamo più di 80
lauree con doppio titolo grazie a collaborazioni con tutti i
paesi del mondo: 45 in Europa, 17 in America del Sud, 15 in
Asia, 5 in America del Nord e 2 in Africa, numeri che andranno a
crescere nei prossimi anni. Sapere che chi viene da noi può
lavorare in 80 parti del mondo è un grande valore aggiunto". Il
rettore ha detto che il Politecnico vuole "creare ponti di
dialogo, incentivare la mobilità, condividere infrastrutture e
saperi. Aprirsi alle collaborazioni, attraverso la libera
circolazione di studenti e di docenti, di idee e di esperienze.
Se l'Europa ormai è la nostra casa, che frequentiamo
quotidianamente, la dimensione internazionale, alla quale
bisogna aprirsi sempre più, è fuori dai confini europei".
Oggi il Politecnico ha tre Campus - due a Torino (il Campus
delle Architetture del Design e della Pianificazione al
Valentino e il Campus delle Ingegnerie alla Cittadella
Politecnico) e uno a Tashkent, in Uzbekistan - e tre Hub, in
Cina, Giappone e Azerbaijan a cui si aggiunge quello a
Bruxelles. Agli studenti fuori sede il Politecnico offre servizi
e sostegno non solo all'arrivo, ma anche durante gli studi.
Corgnati ha anche rivendicato il ruolo del Politecnico a fianco
delle imprese per promuovere l'innovazione del territorio.
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