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>>>ANSA/ Ilva: Pm Taranto, fu disastro ambientale,serve processo

>>>ANSA/ Ilva: Pm Taranto, fu disastro ambientale,serve processo

Udienza gup, iniziata discussione. Tra imputati anche Vendola

TARANTO, 19 febbraio 2015, 20:12

Redazione ANSA

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(dell'inviato Paolo Melchiorre) Denunce di semplici cittadini e ambientalisti, intercettazioni telefoniche, relazioni delle forze dell'ordine, documentazione sanitaria che attesterebbe i danni, fisici e non, subiti dagli abitanti di Taranto e da chi svolgeva un'attivitá, soprattutto agricola, gli arresti e i sequestri, a partire dal 26 luglio 2012, e poi quell'incidente probatorio conclusosi il 30 marzo 2012 che peserebbe come un macigno sui vertici Ilva: tutto questo, per la Procura della Repubblica di Taranto, non può non essere vagliato dettagliatamente in un processo. Lo ha ribadito il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, aprendo la discussione nell'udienza preliminare del procedimento per disastro ambientale che coinvolge non solo la ormai ex proprietà del Siderurgico (i Riva), ma anche politici, amministratori e funzionari ministeriali e di enti pubblici. In tutto sono 52 gli imputati (49 persone fisiche e tre società); tra i politici coinvolti, anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (ipotesi di reato, concussione aggravata), il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano (abuso d'ufficio e omissione in atti d'ufficio), l'ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido (concussione). Oggi in aula c'era anche l'assessore regionale alla Qualità dell'Ambiente, Lorenzo Nicastro, per il quale si ipotizza il favoreggiamento personale a Vendola. La Procura ha depositato altri documenti (il collegio difensivo ha sollevato eccezioni chiedendo anche un rinvio dell'udienza, ma il gup ha deciso di andare avanti), tra cui una consulenza commissionata da Nicola Riva (imputato nel processo) dalla quale emergerebbe, secondo l'accusa, che i cosiddetti 'fiduciari' a libro paga di Riva Fire erano funzionali alle direttive impartite dalla dirigenza Ilva. E ancora: nel suo intervento un altro pm del 'pool' della Procura, Mariano Buccoliero, avrebbe affacciato seri dubbi sugli interventi sin qui eseguiti dall'Ilva per adeguare gli impianti alle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale. Se oggi si decidesse di eseguire un sopralluogo nell'area delle batterie delle cokerie Ilva per verificare se ci siano stati interventi per far diminuire l'inquinamento ambientale, ha sostenuto Buccoliero, potrebbe emergere che nulla o quasi è cambiato rispetto al 26 luglio 2012, quando gli impianti a caldo vennero posti sotto sequestro su disposizione della magistratura.
    Dei danni ambientali causati dall'inquinamento dell'Ilva agli edifici del quartiere Tamburi, a ridosso del Siderurgico, e ai suoi abitanti, ha poi discusso il pm Giovanna Cannarile (in apertura di udienza aveva comunicato la modifica di alcuni capi di imputazione per un numero ristretto di imputati), che ha rimarcato il ruolo che avrebbero avuto i 'fiduciari' del gruppo Riva nell'eseguire le direttive della proprietà a scapito del rispetto delle norme ambientali. Così come, secondo quanto sostenuto dal procuratore aggiunto Pietro Argentino, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, sarebbe venuto meno al suo ruolo di vigilanza e prevenzione dell'inquinamento ambientale causato dall'Ilva, né lo 'assolverebbero' lettere o ordinanze ritenute, dall'accusa, quanto meno tardive. Sindaco che ha contattato i commissari dell'Ilva in amministrazione straordinaria per chiedere un incontro sui contenuti del decreto che dovrebbe fornire liquidità all'azienda per andare avanti con la produzione e gli interventi di adeguamento ambientale degli impianti. Decreto che oggi ha ottenuto la fiducia del Senato, mentre fuori dallo stabilimento prosegue, dinanzi alla portineria imprese, la protesta degli autotrasportatori dell'indotto, che limitano l'ingresso dei fornitori di materie prime. L'udienza preliminare, invece, proseguirà il 6 marzo prossimo.
   

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