Gli uffici scolastici vengono
spostati a 35 chilometri di distanza e a 40 minuti di auto e il
sindaco protesta proponendo anche, attraverso l'indizione di un
referendum popolare, di lasciare la Puglia per accorparsi al
Molise. Accade a Carlantino, piccolo comune di circa 800
abitanti del Foggiano ai confini con il Molise. Nella cittadina
c'è un istituto comprensivo frequentato attualmente da una
trentina di studenti (scuola materna, dell'infanzia e media). La
segreteria e la dirigenza sono state spostate da Celenza
Valfortore, a cui erano annesse, al più lontano comune di
Casalnuovo Monterotaro.
"In base al nuovo piano di dimensionamento della rete
scolastica - spiega il sindaco di Carlantino Graziano Coscia -
l'istituto comprensivo di Celenza è stato azzerato con la
conseguente collocazione della segreteria scolastica nell'ambito
dell'istituto comprensivo di Casalnuovo Monterotaro. Questo
significa che le famiglie di Carlantino, quando avranno bisogno
di recarsi in segreteria, anziché percorrere 7 chilometri per
raggiungere Celenza, dovranno fare un viaggio di 35 chilometri e
40 minuti d'auto per recarsi negli uffici scolastici - denuncia
Coscia -. Dei diritti delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi
e delle loro famiglie si fa carta straccia, costringendo i
genitori a percorrenze che d'inverno diventano ancora più lunghe
a causa di pioggia, ghiaccio e neve. Senza considerare
l'aggravio dei costi".
Il primo cittadino sottolinea che "il messaggio che la
Regione Puglia e il presidente Michele Emiliano lanciano con
questo provvedimento è mortificante. La scuola è un diritto
garantito dalla Costituzione, per tutti, anche per i nostri
paesi. Se Emiliano non ci vuole lo dica, così il paese e la
nostra diga di Occhito li facciamo passare al Molise". Il primo
cittadino chiede "al governo regionale di tornare sui propri
passi e riaprire la dirigenza scolastica di Celenza Valfortore".
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