Molti "non ricordo" e tanti
momenti di vuoto, ma un'unica certezza: "Avevo preso dieci
francobolli di Lsd e stavo molto male, allora ho preso la
cocaina per placare il mio malessere ma, anziché stare meglio,
mi ha fatto ancora più male e da quel momento buio totale". A
parlare, oggi davanti ai giudici della Corte d'Assise di
Sassari, è Michele Fresi, il giovane di 28 anni di Arzachena,
che la notte del 27 dicembre del 2023 ha ucciso il padre
Giovanni, orafo 58enne, colpendolo con una mazza da baseball
alla testa.
L'imputato ha risposto alle domande del suo difensore, Pier
Franco Tirotto, e della pubblico ministero Claudia Manconi,
cercando di ricostruire non solo il giorno dell'omicidio, ma
anche i precedenti e, soprattutto, il suo rapporto conflittuale
con la madre. "Mi ricordo la giornata del 26 dicembre, non
ricordo quella di Natale - ha affermato in aula - Mia madre? Non
l'ho sentita durante le feste, né la sentivo per i miei
compleanni, e non mi ha mai scritto da quando sono in carcere".
Un'infanzia di conflitti con la madre, dunque, con la quale
non viveva da tempo, e un presente fatto di abuso di sostanze
stupefacenti, che lui stesso ha ammesso al momento dell'arresto
e confermato questa mattina in Assise. Quella sera di fine
dicembre di due anni fa, in preda a un mix di alcol e droghe,
Michele Fresi aveva prima aggredito una ragazza di 24 anni con
cui aveva trascorso la serata, rompendole la mascella, poi,
raggiunto dal padre che era stato chiamato per calmarlo e
riportarlo a casa, lo aveva colpito alla testa con la mazza da
baseball. Il 28enne, in forte stato di agitazione, aveva anche
aggredito due carabinieri accorsi per fermarlo e arrestarlo.
Durante i primi interrogatori il giovane aveva raccontato di
aver visto gli alieni e di aver pensato di essere in pericolo,
per questo avrebbe colpito suo padre, scambiandolo per un
aggressore. "Sto ricostruendo solo adesso quello che è
successo", ha dichiarato rispondendo ad alcune contestazioni
mossegli dall'avvocato di parte civile, Massimo Schirò.
La prossima udienza del processo è prevista per il 4 marzo:
verranno sentite la consulente psicologa dalla difesa e la madre
dell'imputato.
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