La caccia ai latitanti eccellenti degli anni di piombo resta uno degli obiettivi del governo, che in queste ore segna passi in avanti sulla possibilità di estradizione di terroristi ed ex brigatisti in Argentina.
Altri casi simili a quello di Cesare Battisti, poi catturato in Bolivia e trasferito in Italia nel 2019, sono sulla scrivania: è un tema che il Guardasigilli Carlo Nordio ha affrontato in queste ore a via Arenula durante l'incontro con il ministro sudamericano Mariano Cuneo Libarona. L'obiettivo comune è aggiornare le convenzioni tra i due Paesi per l'assistenza giudiziaria in materia di estradizione, che risalgono al 1987, eliminando gli ostacoli che ancora restano sui trasferimenti.
Tra i terroristi italiani fuggiti all'estero, in tutto una cinquantina, molti sono in vari Stati del Sudamerica. Tra questi c'è il romano oggi ultrasettantenne Alessio Casimirri, il quale prese parte all'agguato ad Aldo Moro in via Fani nel '78: è ormai un cittadino nicaraguense, gode della protezione del governo locale. Un altro componente della banda che uccise i poliziotti e rapì il presidente della Dc in via Fani, Alvaro Lojacono, 64 anni, anche lui romano, 63 anni, è cittadino svizzero dopo essere fuggito in Algeria e poi in Brasile: deve scontare condanne legate ad omicidi e rapine. Altri sono Giorgio Pietrostefani, condannato a 22 anni per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi e in libertà vigilata (la Corte d'Appello di Parigi ha negato l'estradizione, decisione confermata anche dalla Cassazione d'Oltralpe) e Enrico Villimburgo, altro brigatista condannato all'ergastolo nel processo Moro-ter: entrambi si trovano in Francia, così come Simonetta Giorgieri, leader delle Br toscane, condannata all'ergastolo per l'omicidio Moro.
Tra i terroristi di destra in libertà all'estero, stavolta in Giappone, c'è Delfo Zorzi, vicentino, 72 anni, appartenne a Ordine Nuovo: organizzò attentati ai treni nell'estate del 1969 che non fecero morti ma solo feriti. La questione delle estradizioni non è stato però l'unico tema dell'incontro a via Arenula. Altri argomenti di confronto sono stati la criminalità informatica e finanziaria, il contrasto al traffico di stupefacenti e alla tratta di migranti. "La criminalità avanza e si modifica a seconda dei reati che considera più produttivi", ha spiegato Nordio. Da questo punto di vista "dobbiamo tendere a una legislazione comune, sia sostanziale che processuale, e dove questa non c'è, soprattutto a una collaborazione strettissima". Cúneo Libarona ha fatto anche riferimento al contrasto all'immigrazione irregolare, fenomeno diventato problematico anche per Buenos Aires: "Su questa materia - ha detto il ministro argentino - teniamo in gran considerazione la legislazione italiana".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA