Era il 12 febbraio 2005 quando milioni di newyorkesi e visitatori furono sorpresi da un'insolita installazione artistica, oltre 7500 portali color zafferano snodati lungo 37 km a Central Park. Era 'The Gates', la monumentale opera di Christo e Jeanne-Claude, che per poco più di due settimane trasformò il modo di vedere il parco più importante di New York.
Vent'anni dopo, The Gates rivivono grazie alla realtà aumentata con l'app Bloomberg Connects lungo il versante orientale di Central Park all'altezza della 72/a strada e Cherry Hill, e contemporaneamente a The Shed a Hudson Yards andrà in mostra, 'Christo and Jeanne-Claude: The Gates and Unrealized Projects for New York City'. L'installazione, curata da Pascal Roulin e presentata in collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation, è divisa in due parti. La prima comprende disegni, modelli in scala e componenti dalla stessa opera di Central Park, la seconda mette in vetrina una selezione delle proposte visionare per la Grande Mela da parte della coppia di artisti che tuttavia non furono mai realizzate. Per i due la città fu la loro casa dal 1964 fino alla loro morte, Jean Claude nel 2009 mentre Christo nel 2020.
Fino al 23 marzo la realtà aumentata consentirà di andare a spasso per Central Park tra il tessuto svolazzante dei portali e la sorte ha anche voluto che New York fosse innevata proprio come 20 anni fa. Con un occhio contemporaneo si potrà osservare quella che fu l'installazione di arte pubblica più innovativa della città e che comportò il lavoro di centinaia di persone per installare i portali alti quasi cinque metri e di larghezza variabile fino a 5,5 metri. Ci vollero 26 anni prima che l'opera potesse essere approvata, e fu l'allora sindaco Michael Bloomberg a dare il via libera definitivo. "Christo e Jean Paul - ha spiegato durante la conferenza stampa Patti Harris, ceo di Bloomberg Philanthropies - erano artisti brillanti e hanno lasciato un segno indelebile in tutti coloro che hanno potuto osservare The Gates. L'opera attirò milioni di visitatori e generò un indotto economico di 250 milioni di dollari.
Rappresentò anche il ritorno di New York dopo la tragedia dell'11/9. Finalmente le prime pagine dei giornali in tutto il mondo non erano più sull'attacco terroristico bensì sulla rinascita artistica".
Oltre ad offrire un dietro le quinte del lavoro di preparazione per The Gates, la mostra a The Shed è importante per osservare i progetti visionari della coppia per New York, in particolare gli imballaggi di luoghi, edifici ed istituzione iconiche della città. Christo e Jean Paul avrebbero voluto imballare il Madison Square Garden, i Cloisters, il Whitney Museum e il MoMa, oltre a One Times Square, Abby Aldrich Rockefeller Sculpture Garden, City Bank Trust Company al civico 20 di Exchange Place nel Lower Manhattan.
Ciò che non riuscirono a realizzare negli Stati Uniti, avvenne altrove e anche in Italia. Nel 1968, al Festival dei Due Mondi di Spoleto furono imballati la Fontana di piazza del Mercato e il Fortilizio dei Mulini. Nel 1970 fu la volta del Monumento a Vittorio Emanuele II a Milano, nel 1974 fu imballata Porta Pinciana a Roma. L'ultimo progetto in Italia fu nel 2016 con The Floating Piers, la passerella di 4,5 km sul Lago d'Iseo.
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