Manoscritti miniati, arazzi e
dipinti del pittore ebreo Jona Ostiglio per raccontare la storia
del ghetto ebraico di Firenze. E' la mostra 'Gli ebrei, i Medici
e il Ghetto di Firenze', sarà visibile da domani, 24 ottobre, al
28 gennaio a Palazzo Pitti a Firenze.
Il Ghetto di Firenze fu fondato da Cosimo I e Carlo Pitti nel
Cinquecento e fu il baricentro dell'ebraismo fiorentino fino
alla sua demolizione nel diciannovesimo secolo. La mostra,
articolata in cinque sezioni, si apre nella Firenze di Cosimo il
Vecchio e Lorenzo il Magnifico, con manoscritti miniati di
commissione ebraica e medicea e prestiti dal Jewish Theological
seminary di New York e da biblioteche italiane. In mostra anche
il David in bronzo di Donatello (in prestito dai Musei di
Berlino) e il Sogno dei manipoli della serie di arazzi tessuta
per Cosimo I. La rassegna mette anche in mostra l'attività del
pittore ebreo Jona Ostiglio, di cui verranno esposti per la
prima volta in tempi moderni una selezione dei sette dipinti a
lui recentemente attribuiti, insieme all'autoritratto di Isaia o
David Tedesco, autore poco noto ma del quale si ipotizza sia
stato un allievo dell'Ostiglio. Il Ghetto di Firenze è
ricostruito anche attraverso un modello tridimensionale.
Per la presidente delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di
Segni "questa mostra è un affaccio importante sulla condizione
di segregazione che ha caratterizzato tre secoli dell'Italia
ebraica, ed evidenzia quanto la cultura sia osmotica e
attraversi anche le separazioni; al contempo lascia il punto
interrogativo su quanto avremmo tutti potuto sviluppare nella
massima libertà e riconoscimento della presenza ebraica a
Firenze, così come altrove". Il direttore delle Gallerie degli
Uffizi Eike Schmidt ha spiegato che "la mostra è frutto di oltre
un decennio di ricerche che hanno visto, tra l'altro, la
riscoperta del pittore ebreo Jona Ostiglio, attivo nel Seicento
alla corte dei Medici".
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