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The Light, ovvero il mondo disastrato di oggi apre Berlinale

The Light, ovvero il mondo disastrato di oggi apre Berlinale

Tom Tykwer, i nostri figli ci chiedono: cos'hai fatto, dov'eri?

ROMA, 13 febbraio 2025, 20:15

Francesco Gallo

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Apertura nel segno della Germania e del mondo disastrato di oggi quella di stasera, 13 febbraio, della 75ma edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino (13-23 febbraio) con 'The Light' del regista tedesco Tom Tykwer (Run Lola Run, Cloud Atlas, Babylon Berlin).
    Una scelta tutta nazionale da parte della neo-direttrice artistica Tricia Tuttle, nata in Carolina del Nord nel 1970 , ex direttrice del London Film Festival che ha preso il posto di Carlo Chatrian e Mariëtte Rissenbeek.
    Il film, una coproduzione tedesco-francese presentata fuori concorso nella sezione Berlinale Special Gala e proiettata stasera al Berlinale Palast, racconta la vita quotidiana di una famiglia tedesca della classe media alle prese con i cambiamenti del nostro tempo e di un mondo instabile.
    La famiglia Engels è composta da Tim (Lars Eidinger) e Milena (Nicolette Krebitz) e dai loro figli, i gemelli diciassettenni Frieda (Elke Biesendorfer) e Jon (Julius Gause) e da Dio di otto anni (Elyas Eldridge).
    Una coppia scoppiata quella di Milena e Tim, lei va avanti e indietro dal Kenya dove sta per far decollare un progetto di centro artistico comunitario finanziato dal governo tedesco, mentre lui è il guru creativo in un'agenzia pubblicitaria.
    L'arrivo dell'enigmatica rifugiata siriana Farrah (Tala Al-Deen) come governante porta una nuova prospettiva in ciascuno dei membri della famiglia. Il passato di Farrah è poi un vero mistero, così come le sue motivazioni per aver accettato un lavoro così umile visto che era un medico, ma lei sembra stranamente attratta dall'unità familiare disfunzionale.
    "A quasi sessant'anni - dice il regista in un'intervista a Deadline - mi sento come il rappresentante di una generazione che sta affrontando le conseguenze di un tempo in cui non si è fatto abbastanza e si sono perse alcune opportunità non prevedendo i cambiamenti che ora ci stanno soffiando in faccia.
    I nostri figli ci guardano e dicono: 'Cosa hai fatto? Dov'eri?'".
   

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