L'appuntamento è il 24 dicembre
alle 9, nello studio torinese del notaio Caterina Bima. Solo
allora si saprà se l'Associazione Città del Libro sarà l'unica
in corsa per il marchio del Salone del Libro, o se nelle ultime
ore si è fatto sotto qualcun'altro. Mezzo milione di euro è il
prezzo fissato dal liquidatore della Fondazione per il Libro,
Maurizio Gili, per partecipare all'asta, dalla quale si sono
sfilati uno dopo l'altro gli enti pubblici, le fondazioni
bancarie e l'Aie. Non ci sarà neppure Pazzi per Torino, il
comitato che per salvare il Salone stava raccogliendo
contributi.
Città del Libro è una associazione no profit, ne fanno parte
i fornitori storici della kermesse. A finanziare l'asta sono la
Fondazione Crt, con 200 mila euro, e la Compagnia di San Paolo
(400 mila euro). Con l'acquisizione del marchio, e degli asset
collegati, verrebbe a configurarsi una organizzazione del Salone
in capo ai privati, mentre la parte culturale resterebbe
prerogativa della parte pubblica.
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