Il primo granduca di Toscana,
artefice della sua trasformazione in Stato, in grado di portare
una piccola potenza regionale al livello delle corti e delle
grandi nazioni del Cinquecento. È 'Cosimo I dei Medici - Il
padre della Toscana moderna', questo il titolo del libro scritto
dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ed edito da
Giunti (208 pagine, 16 euro), presentato a Firenze. L'autore
ripercorre la vita e le imprese di governo di Cosimo I, il
rapporto con le arti e ne evidenzia soprattutto la dimensione di
legislatore e statista.
"Come Lorenzo il Magnifico - ha detto Giani - fu il mecenate,
l'uomo della cultura, nei 303 anni di dominio della dinastia
medicea prima su Firenze e poi sulla Toscana, Cosimo I è il più
grande statista. I Medici erano portati a guardare sempre alla
Francia: lui capì che i rapporti fra le due grandi potenze in
Europa, tra Francia e Spagna, si stavano trasformando, e si
appoggiò alla Spagna fino a chiedere consiglio sulla moglie da
prendere all'imperatore Carlo V, che stava diventando il padrone
dell'Europa. Ebbe fortuna, perché Eleonora si rivelò una degna
consorte".
Il libro, ha spiegato Giani, "avevo cominciato a costruirlo
qualche anno fa per i 450 anni del Granducato, quindi per il
2020, poi la campagna elettorale e il Covid mi fecero lasciare i
faldoni da una parte. Ho voluto chiudere il cerchio proprio
perché nel 2024 ricorreranno i 450 anni dalla scomparsa di
Cosimo, e quindi è un omaggio a lui, ma anche ai tratti di
identità forti che la Toscana ha oggi nel contesto italiano e
internazionale. Col suo simbolo, 'Festina lente', ha riempito
Palazzo Vecchio di tartarughe con la vela: la tartaruga a
rappresentare la prudenza e la vela per andare sempre avanti. È
un po' il messaggio del riformismo moderno".
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