Mike White è stravolto: "Abbiamo chiuso il montaggio dell'ultimo episodio due giorni fa - sospira - Sono felice di essere qui perché vuol dire che sono sopravvissuto". Il creatore, sceneggiatore e regista di The White Lotus scherza, ma forse neanche troppo, mentre presenta ai giornalisti la terza stagione della serie, che dal 17 febbraio, in contemporanea con gli Usa, arriva su Sky e in streaming su Now.
Magro, emozionato, White ha gli occhi azzurri come il mare che ha portato sul piccolo schermo per tre volte: prima quello delle Hawaii attorno a cui costringeva a riflettere su diseguaglianze sociali e di classe; poi quello di Taormina dove esplorava sesso e dilemmi di coppia. Il terzo è quello che bagna la Thailandia, con la sua giungla misteriosa e le città vocianti, popolate da persone gentili fino all'inverosimile, monaci e scimmie. È qui che porta un nuovo gruppo di turisti, quintessenza feroce e ironica della società statunitense contemporanea.
"In vacanza pensano di essere la versione idealizzata di se stessi. Invece scatta questa specie di forza antica che li riporta indietro, nella terra delle scimmie", riflette lo showrunner. Nel solito resort extra lusso, abbandona i personaggi sudati e languidi ai loro istinti (della serie: "quello che succede in Thailandia, resta in Thailandia") ma anche a un'intima ricerca di spiritualità, dimensione inedita per la miniserie Hbo premiata con 10 Emmy nel 2021 e cinque nel 2023.
"Ho sentito il bisogno di esplorare tematiche più legate alla religione, alla ricerca di Dio o di un senso superiore. La Thailandia è un paese buddista. Io sono di Los Angeles, quindi in perenne crisi nervosa…il buddismo mi ha aiutato per anni. Lo fa ancora. Ho pensato di portare delle perone in pieno caos in quella cultura", dice White, che è anche produttore esecutivo, con David Bernad e Mark Kamine. "In quel paese, la spiritualità è dappertutto, con templi, altari e statue. Però è conosciuto anche per le sue notti sfrenate. È una grande tela su cui disegnare questo contrasto. Chi ci va, o cerca una cosa o l'altra, o un misto di entrambe".
Anche i personaggi che arrivano al White Lotus oscillano tra i due estremi. Ci sono tre amiche di mezz'età che la vita ha portato lontano e che cercano l'affiatamento degli anni andati (Michelle Monaghan, Leslie Bibb, Carrie Coon). C'è la famiglia composta da Timothy Ratliff (Jason Isaacs), squalo della finanza inseguito dai guai, con la moglie snob e dipendente dagli psicofarmaci (Parker Posey) e i tre figli: il maggiore, è Saxon, bello e "senz'anima", come viene definito, (Patrick Schwarzenegger, figlio di Arnold), Piper prepara una tesi sul buddismo (Sarah Catherine Hook) e Lochlan (Sam Nivola), il più giovane e confuso. C'è la ragazza apparentemente spensierata (Aimee Lou Wood) con il fidanzato maturo e ombroso (Walton Goggins). Ritroviamo l'estetista Belinda del resort hawaiano, che arriva per un tirocinio. "Come tutti, ci sono rimasto male quando è morta Jennifer - ride White riferendosi alla brutta fine che ha fatto fare al personaggio interpretato da Jennifer Coolidge - "Ho cercato un modo per tenerla in vita e ho pensato di farlo attraverso Belinda (Natasha Rothwell), che alle Hawaii aveva sostenuto e poi abbandonato. Meritava una nuova opportunità".
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