"È la prima volta che Schiavone si sposta oltreoceano", racconta Marco Giallini, l'attore che gli presta il volto e la voce e ha rimesso il loden e infilato le polacchine ai piedi. C'è una parte di racconto che porta Rocco e i suoi amici storici Brizio (Tullio Sorrentino) e Furio (Mirko Frezza) a Buenos Aires a cercare il loro amico Sebastiano (Francesco Acquaroli), che li ha traditi e abbandonati da tempo. Rocco è più "maturo, profondo", ma "è anche stanco più disilluso, meno alla ricerca dell'amore, e anche il rapporto col fantasma della moglie Marina ha subito una trasformazione ci parla con Marina, ma non l'ascolta più molto... è più evanescente", Il vicequestore in forza alla Polizia di Stato torna su Rai 2 dal 19 febbraio in prima serata con i nuovi episodi della serie Rocco Schiavone - una coproduzione Rai Fiction, Cross productions e Beta Film - quattro serate da 100 minuti - che lo vedranno alle prese con complicati casi da risolvere. Trasferito per motivi disciplinari ad Aosta - città che non ama - Schiavone torna a indagare nella sesta stagione della serie, tratta dai romanzi e racconti di Antonio Manzini (che firma anche la sceneggiatura) con la regia - per la quarta volta - di Simone Spada. La serie è stata presentata al circolo sportivo della Rai a Roma.
Nel cast anche Claudia Vismara (Caterina), Paolo Bernardini (che prende il posto di Ernesto D'Argenio nell'interpretazione di Italo), Alberto Lo Porto (Scipioni), Gino Nardella (Casella), Massimiliano Caprara (Deruta), Christian Ginepro (D'Intino), con Lorenza Indovina (Gambino) e Massimo Reale (Fumagalli). Nella sesta stagione, per Rocco Schiavone non è facile tornare a svolgere i propri compiti di vicequestore di Aosta, soprattutto da quando deve convivere con la consapevolezza del tradimento dell'amico Sebastiano (Francesco Acquaroli), responsabile della morte della moglie Marina. Le nuove puntate, in particolare, sono tratte dal libro "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Sud America?", da un racconto inedito dell'autore e dal romanzo "Le ossa parlano". "Quest'ultima è un'indagine dura, pesante, che crea in Rocco un turbamento - spiega Spada -. Il Rocco di questa stagione è fatto di tanti conflitti e sfumature interiori: ferito, stanco, in lotta con la malinconia". È una serie, aggiunge il regista "rodata, ma che sorprende sempre. Mi piace il mondo che creiamo, la temperature recitativa. Rocco vorrebbe sedersi e sparire, ma diventa straordinario perché non lo fa mai, perché sa che l'unico modo che ha di andare avanti è fare quello che deve e sa fare anche quando l'ennesimo "decimo livello" è dietro l'angolo". Rocco è disilluso, ma lo sono anche gli italiani? "Mi sembra palese - risponde Giallini - A me mette paura la sparizione delle edicole, dei colori delle città. Come fai a non essere disilluso? Una volta c'erano i politici, ora non so chi siano". Poi sul rapporto con la neve, il freddo e Aosta, Giallini fa notare "mi sono abituato, la città mi ha adottato, e anche se questa stagione abbiamo girato in condizioni difficili non ho avuto poi problemi". Sul suo personaggio dice: "Schiavone appare più acciaccato, perchè avevo perso qualche chilo per un film precedente e a questa età anche se provi a recuperare, rischi di non fare in tempo, ma il regista mi ha detto che andava bene apparivo più sofferente, caracollavo un po' anche sulla neve, Comunque amo molto Rocco, aveva un'anima, ma poi la devi plasmare. Mastroianni diceva 'So' io che faccio quello' quando gli facevano notare che somigliava ai suoi personaggi. L'attore si maschera, ma è lui che interpreta il personaggio e porta le sue cose dentro quel personaggio". Un possibile trasloco su Rai1? Giallini: "Non conosco questi meccanismi, io sto bene su Rai2. Quando uscì la serie, si fregiava di avere più della metà di spettatori con un'istruzione superiore alla scuola media. La cosa mi colpì".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA