Per
Confcooperative-Federsolidarietà, Legacoop Toscana Dipartimento
Welfare e Agci-Imprese sociali, "quello firmato è un patto
importante e come Centrali cooperative riconosciamo alla Regione
la volontà politica di rimettere al centro le sfide che il
welfare oggi pone e che sono determinanti se si vogliono dare
risposte alle comunità in termini di sostenibilità e qualità,
coesione e appropriatezza". "Con questo patto - aggiungono - la
Regione Toscana prende alcuni impegni importanti, come l'aumento
delle risorse a sostegno della quota sanitaria per i servizi
sociosanitari, la costituzione di tavoli di lavoro per
migliorare il sistema integrato di welfare negli ambiti delle
politiche per la non autosufficienza, la disabilità, minori e
famiglie, la salute mentale e le dipendenze. La Regione assume
anche l'impegno a riconoscere gli aumenti previsti dal Ccnl
delle cooperative sociali e scoraggiare l'applicazione di
contratti meno vantaggiosi per i lavoratori".
Per i sindacati confederali erano presenti il segretario
generale della Cgil Toscana Rossano Rossi, la segretaria
generale della Cisl Toscana Silvia Russo e il segretario
confederale della Uil Toscana Rocco Brasile.
"Siamo orgogliosi di questo accordo. Con questa intesa - dice
Rossano Rossi - gli addetti, gli utenti e le loro famiglie
possono trovare una risposta di qualità in servizi delicati ed
essenziali che qualificano la società e il modello toscano, è
meritevole e degno di grande rispetto che si guardi ai bisogni
delle fasce di popolazione più deboli e bisognose, in un momento
generale di ristrettezze economiche. La Toscana vuole scommette
sulla solidarietà e sul sistema pubblico". "Il protocollo dal
nostro punto di vista - spiega Silvia Russo - è importante
perché consente di tenere monitorato il sistema delle Rsa in
Toscana, a cominciare dalle condizioni di lavoro e dai contratti
applicati. Questo documento costituisce un primo passo per
costruire un sistema di welfare ancora più attento alla persona
e alle sue fragilità."
"Come Uil Toscana siamo felici di firmare questo patto - dice
Rocco Brasile - e consideriamo questo come un accordo che vede
lontano e in prospettiva: si ribalta il paradigma per cui la
ricchezza la produce solo l'impresa e non il lavoro, abbiamo
affermato che la ricchezza è un prodotto del lavoro e quindi la
produce chi lavora".
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