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Più assunzioni in Umbria ma mancano lavoratori qualificati

Più assunzioni in Umbria ma mancano lavoratori qualificati

Quadro in bollettino Excelsior di Unioncamere e Ministero Lavoro

PERUGIA, 19 marzo 2025, 12:35

Redazione ANSA

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Sono 5.610 le assunzioni programmate dalle imprese umbre nel mese di marzo e 16.290 quelle previste per il trimestre marzo-maggio. La crescita rispetto allo scorso anno si attesta a 4,7% per il mese e 3,8% per il trimestre. A trainare la domanda di lavoro sono i servizi e le costruzioni, mentre il manifatturiero mostra stabilità. Il bollettino Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, conferma "il trend positivo del mercato del lavoro umbro, pur evidenziando una criticità crescente: più di un'assunzione su due è difficile da coprire per carenza di profili qualificati".
    Nel mese di marzo - si legge in un comunicato della Camera di commercio -, il 16% delle imprese umbre prevede nuove assunzioni, in linea con la media nazionale. Si concentrano nei servizi (64%), seguiti da manifatturiero e costruzioni. A livello nazionale, sono 456 mila i contratti previsti a marzo e oltre 1,4 milioni quelli del trimestre (+2,8% rispetto all'anno precedente).
    Secondo l'indagine la difficoltà di reperimento di personale qualificato resta un problema serio: il 54% delle imprese umbre segnala problemi nel trovare candidati idonei, un dato superiore alla media nazionale (48,2%). Tra le figure più difficili da trovare ingegneri, tecnici della gestione dei processi produttivi e fabbri ferrai.
    Uno degli ostacoli principali è la necessità di esperienza pregressa: il 63% delle assunzioni programmate richiede competenze specifiche o esperienza nel settore. Questo fattore rende ancora più difficile l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, evidenziando il bisogno di programmi di formazione mirati.
    Un ulteriore elemento da considerare è la crescente quota di assunzioni rivolte a lavoratori immigrati. In Umbria, il 22% delle imprese prevede di ricorrere a personale straniero per coprire le posizioni vacanti, una percentuale superiore alla media nazionale. Questo fenomeno si registra soprattutto nei settori dei servizi operativi, della logistica e delle costruzioni.
    Alcuni settori risultano particolarmente colpiti dal problema della carenza di manodopera qualificata. La difficoltà di reperimento raggiunge il 66,5% per dirigenti e tecnici, mentre per i tecnici della salute si arriva addirittura all'84%.
    Tra le figure più ricercate ma difficili da trovare emergono fabbri ferrai e saldatori (75,7%), fondamentali per il settore manifatturiero e delle costruzioni.
    Nella provincia id Perugia sono 4.400 assunzioni previste a marzo e 12.530 nel trimestre. Il 65% delle entrate si concentra nei servizi, il 70% riguarda imprese con meno di 50 dipendenti.
    Solo il 12% delle assunzioni è destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, contro una media nazionale del 17%.
    Terni: 1.210 assunzioni a marzo e 3.760 nel trimestre. Il 58% riguarda i servizi, il 70% delle aziende assumenti ha meno di 50 dipendenti. Qui il 13% delle assunzioni è destinato a figure qualificate e il 26% ai giovani under 30.
    Un aspetto da evidenziare è la maggiore difficoltà di reperimento nella provincia di Terni, dove il 56% delle assunzioni previste risulta di difficile copertura, un dato superiore alla media regionale del 54%. Questo valore indica una criticità più marcata rispetto a Perugia, dove la domanda di lavoratori è più diversificata tra settori e livelli di specializzazione.
    Le assunzioni umbre a marzo 2025 si concentrano principalmente in industria manifatturiera e public utilities: 1.360 assunzioni; costruzioni: 670; commercio: 850; servizi di alloggio e ristorazione, turismo: 1.160; servizi alle imprese: 1.040; servizi alle persone: 530. A livello di profili richiesti, spiccano operai specializzati e conduttori di impianti (35%); professioni commerciali e dei servizi (28%); profili generici (17%); dirigenti, specialisti e tecnici (12%); laureati (9%).
    Secondo il report Excelsior, il 29% delle assunzioni previste in Umbria riguarda giovani sotto i 30 anni. Tuttavia, le imprese segnalano una crescente difficoltà nel trovarne con competenze adeguate, soprattutto nei settori ad alta specializzazione come ingegneria, meccanica avanzata e programmazione informatica. Per attrarre nuovi talenti, le aziende stanno puntando su percorsi di formazione e apprendistato, con focus su settori strategici per l'innovazione e la transizione ecologica.
    Un altro aspetto "rilevante" è la prevalenza di contratti a termine. Solo il 26% delle assunzioni previste sarà stabile, ossia con contratti a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre il restante 74% sarà a tempo determinato o con durata predefinita. Secondo l'analisi questo dato sottolinea la difficoltà per molti lavoratori, specialmente giovani, di trovare un impiego duraturo e stabile.
    "L'occupazione in Umbria è in crescita, ma la difficoltà di reperire lavoratori qualificati continua a rappresentare un ostacolo per lo sviluppo delle imprese" è il commento di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio. "Con oltre il 54% delle assunzioni difficili da coprire - aggiunge -, diventa urgente rafforzare le strategie per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Servono percorsi di formazione più mirati, incentivi per le aziende che investono in competenze e programmi di orientamento già nelle scuole, affinché i giovani possano entrare nel mondo del lavoro con le giuste qualifiche.
    Inoltre, è fondamentale rafforzare le agevolazioni fiscali per le imprese che stabilizzano i contratti a termine, favorendo così una maggiore continuità occupazionale. Le istituzioni locali e nazionali stanno lavorando in questa direzione, ma serve uno sforzo condiviso tra pubblico e privato per garantire un mercato del lavoro più dinamico ed equilibrato. La crescita dell'occupazione deve andare di pari passo con la creazione di opportunità stabili e sostenibili nel lungo periodo. Si tratta di questioni ormai essenziali non solo per la quantità dello sviluppo, ma per la sua qualità sia economica che sociale".
   
   

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