Si allarga su scala globale la guerra commerciale scatenata da Donald Trump, con l'immediata reazione di Ue e Canada ai dazi del 25% su acciaio e alluminio entrati in vigore mercoledì, mentre anche la Cina minaccia ritorsioni. Le Borse però rimbalzano - tranne Wall Street che resta in parte contrastata - confortate dalla frenata dell'inflazione Usa e dalle rassicurazioni del presidente americano contro una potenziale recessione negli Stati Uniti.
Bruxelles ha annunciato "contromisure" sino a 26 miliardi di euro su beni americani, in particolare quelli prodotti negli stati repubblicani. Il Canada, presidente di turno del G7, risponde invece con dazi per 20,7 miliardi di dollari di merci Usa, colpendo anche computer e attrezzature sportive.
Ma Trump rilancia: "Non ci faremo più maltrattare sul commercio", ha detto mentre riceveva alla Casa Bianca per il Saint Patrick's Day il premier irlandese Micheál Martin, promettendo che risponderà ai dazi di Bruxelles. "L'Unione Europea è stata molto dura. Non la sto criticando. Ma metta da parte la cattiva volontà", ha avvisato, dicendosi convinto che gli Stati Uniti "vinceranno la battaglia commerciale con Bruxelles" e minacciando nuovamente dazi sulle auto europee. La Ue "è sconnessa dalla realtà, la sua azione punitiva ignora completamente gli imperativi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti e, di fatto, la sicurezza internazionale", gli ha fatto eco l'inviato per il commercio Usa Jamieson Greer.
"Deploriamo profondamente le tariffe statunitensi imposte all'Europa. Le tariffe sono tasse. Sono un male per le imprese e ancora peggio per i consumatori. Stanno sconvolgendo le catene di fornitura. Portano incertezza per l'economia", ha reagito ai dazi Usa la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, annunciando "contromisure forti ma proporzionate". Ma restando "totalmente aperta ai negoziati" con la Casa Bianca: "Ho incaricato il commissario Sefčovič su questi colloqui per trovare la soluzione migliore con Washington", ha aggiunto.
Le misure di ritorsione includono la reimposizione da parte di Bruxelles di dazi su vari prodotti statunitensi, tra cui whisky bourbon, jeans e motociclette Harley-Davidson, introdotti durante il primo mandato di Trump e successivamente sospesi dopo i colloqui con il suo successore Joe Biden. Questi dazi, che prendono di mira beni per un valore di 4,5 miliardi di euro, spesso provenienti da 'red state', entreranno in vigore il primo aprile. Separatamente, la Commissione pianifica ulteriori ritorsioni che prendono di mira beni per un valore di almeno 18 miliardi di euro, tra cui un'ampia gamma di prodotti in acciaio e alluminio, nonché prodotti agricoli, come pollame, manzo, frutti di mare e noci. Questi dazi verrebbero imposti da metà aprile, dopo un voto degli stati membri dell'Ue e consultazioni con l'industria nel tentativo di ridurre al minimo i danni all'economia europea.
"Cerchiamo di colpire... dove fa male", ha osservato un alto funzionario Ue, spiegando che il blocco sta prendendo di mira anche i semi di soia, che vengono coltivati in Louisiana, lo stato dello speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson.
"Amiamo i semi di soia, ma siamo felici di comprarli dal Brasile o dall'Argentina o da qualsiasi altro posto", ha aggiunto. Il ministro francese per gli affari europei, Benjamin Haddad, ha avvisato che "se si arrivasse a una situazione in cui dovessimo andare oltre, potrebbero essere inclusi i servizi digitali o la proprietà intellettuale", mettendo nel mirino i Big Tech Usa.
Dura risposta anche da Ottawa: il ministro delle finanze canadese, Dominic LeBlanc, impone dal 13 marzo contro dazi del 25% su prodotti in acciaio e alluminio Usa per un valore rispettivamente di 12,6 miliardi e 3 miliardi di dollari, nonché su ulteriori beni importati per un valore di 14,2 miliardi di dollari, tra cui computer, attrezzature sportive e prodotti in ghisa. Il premier canadese in pectore Mark Carney si è detto pronto a sedersi con Trump "al momento opportuno" ma "in una posizione in cui ci sia rispetto per la sovranità canadese". Nel frattempo gli Usa hanno irrigidito le regole di soggiorno per i viaggiatori dal Canada, con obbligo per chi resta più di 30 giorni di registrarsi presso le autorità americane e fornire le proprie impronte digitali. Ma il turismo canadese è già crollato del 20% per effetto dell'ostile politica di Trump.
Prudente per ora il premier britannico Keir Starmer che, pur "deluso" dai dazi, intende rispondere "in modo pragmatico" e cercare "un accordo" commerciale post Brexit a più vasto raggio con Washington per risolvere il nodo. "Ma terremo tutte le opzioni sul tavolo", ha messo in guardia. E se la Cina "prenderà tutte le misure necessarie a tutela dei suoi interessi e diritti legittimi" rispondendo "in modo risoluto", Messico e Brasile per ora non intendono reagire ai dazi americani.
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