I nonni e gli zii del piccolo Emile Soleil, il bambino francese di due anni e mezzo scomparso nel 2023 nelle Alpi francesi e del quale furono ritrovati i resti mesi più tardi, sono stati rilasciati dalle autorità inquirenti dopo gli interrogatori ai quali erano stati sottoposti in stato di fermo.
L'annuncio del fermo aveva scatenato una bufera di ipotesi sulla possibile responsabilità dei nonni - ai quali il bambino era stato appena affidato dai genitori per le vacanze estive - nel decesso.
Il fermo dei nonni e degli zii di Emile "ha consentito di rispondere agli interrogativi che ci eravamo posti", lo ha detto il procuratore di Aix-en-Provence Jean-Luc Blachon dopo il rilascio dei quattro familiari, deciso in quanto "gli indizi non erano sufficienti per aprire un'indagine su di loro", anche se - ha precisato - "la pista familiare non è definitivamente chiusa".
I resti del piccolo Emile "sono stati spostati prima della loro scoperta", ha detto Blachon, facendo il punto sulle indagini. Lo stesso procuratore ha precisato che sono state ritrovate "tracce di un trauma violento" sul viso di Emile.
Il magistrato ha parlato in conferenza stampa del probabile "intervento di una terza persona" nella scomparsa del bambino. Secondo i rilievi, gli abiti nei quali sono stati ritrovati i resti di Emile non erano originariamente sul corpo: "I resti non sono entrati in decomposizione in quei vestiti", ha spiegato. Questo lascia pensare all'intervento di una terza persona successivamente alla scomparsa e al decesso del bambino.
Blachon ha precisato che la "fioriera" sequestrata lo scorso 13 marzo nel villaggio dell'Haut-Vernet dove era scomparso Emile davanti ad una chiesa "non comporta alcun elemento in grado di far progredire le indagini". Si erano infatti diffuse alcune illazioni. La presenza degli inquirenti le aveva alimentate perché nella fioriera sarebbero state trovate tracce di sangue e qualcuno aveva diffuso la voce che in quel luogo sarebbe stato nascosto il corpo del bambino.
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