Un'eccellenza della tecnologia navale italiana dei primi del '900 che mantiene inalterato il proprio fascino creando ammirazione in ogni angolo del mondo. Il veliero Amerigo Vespucci, nave scuola della Marina Militare italiana, è un vero gioiello che solca i mari del mondo grazie ad una dotazione dai numeri straordinari: 33 chilometri di cime e 2.600 metri quadrati di vele cucite tutte a mano.
Ma se il Vespucci, dopo 94 anni, sembra appena uscito dal Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia, dove fu varato il 22 febbraio 1931, lo si deve anche alla cura maniacale che l'equipaggio pone nella manutenzione quotidiana di ogni singola parte della nave, sia in mare che nei porti in cui approda. Le cime sono realizzate in sisal, una fibra vegetale molto resistente, e vengono sostituite ogni anno in base al deterioramento che, spiega il nostromo, il luogotenente Luca Zanetti, dipende molto dai fattori atmosferici.
Con un clima umido e freddo, come quello incontrato dal Vespucci nel doppiaggio di Capo Horn, le cime si deteriorano prima. In questo caso la sostituzione avviene più rapidamente. Sono queste cime, chiamate "manovre", ad essere utilizzate dall'equipaggio per issare le vele sui tre alberi. Un'operazione che vede all'opera 200 persone dell'equipaggio che si muovono in perfetto sincrono per garantire un'apertura ordinata e senza incidenti della superficie velica.
Nelle stive della nave ci sono anche le "vele di rispetto" pronte ad essere impiegate in caso di necessità ma l'equipaggio è perfettamente in grado di riparare ogni vela stendendola sul ponte e cucendola. "Saremmo in grado di realizzarne una ex novo" dice ridendo Zanetti. Per rendere sempre perfetta la nave, l'equipaggio pulisce e lucida giornalmente tutti gli ottoni, ognuno dei quali risponde a precise esigenze veliche - "niente a bordo è installato per bellezza" spiega Zanetti - così come, ogni notte, vengono pulite le pavimentazioni esterne in tek. Continua anche la cura delle parti in legno delle "caviglie" poste alla base di ogni albero ed alle quali vengono fissate le "manovre".
A bordo tutto viene curato perché si mantenga come era in origine. Anche i vetri delle porte delle stanze sotto il cassero, la parte di poppa della nave, sono quelli montati nel 1931. Su uno di questi si legge Marina Militare, ma la scritta Marina non è centrata solo perché è stata tolta la parola Regia che era scritta in origine. Anche la rastrelliera con i moschetti, posta sul ponte, è quella delle origini. Salendo a bordo del Vespucci, come hanno fatto in migliaia anche a Reggio Calabria per l'11/ma tappa del tour Mediterraneo, non si ammira solo il fascino della "nave più bella del mondo" ma si compie un vero e proprio tuffo della storia della marineria italiana.
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