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Strage mafia nel Tarantino: 3 morti, anche bimbo

Strage mafia nel Tarantino: 3 morti, anche bimbo

TARANTO, 18 marzo 2014, 14:22

Redazione ANSA

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(di Luisa Amenduni) Quando i carabinieri sono arrivati sembrava fosse un incidente stradale: l'auto, una Matiz di colore rosso, adagiata quasi sul guard rail e dentro, sul sedile posteriore, due bambini di sei e sette anni, che singhiozzavano e non riuscivano neanche a parlare. Davanti, al posto di guida, una donna e accanto un uomo che nascondeva quasi con il suo corpo quello del piccolo di quattro anni che aveva in braccio: tutti e tre morti. Sono stati raggiunti da una pioggia di colpi di arma da fuoco sparati - sembra - da una vettura che ha affiancato la Matiz mentre l'auto percorreva la statale 106, nelle vicinanze dello svincolo per Palagiano Sud. Sono stati sparati tra i 15 e i 20 colpi e tra il primo e l'ultimo l'auto ha percorso, sembrerebbe, 300 metri. A seguito dell'agguato, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha disposto l'invio di 60 tra poliziotti e carabinieri nella provincia di Taranto.
    Le vittime sono Cosimo Orlando, di 43 anni, con precedenti penali, in semilibertà, la sua compagna, Carla Maria Fornari, di 30 anni, e il figlio di quest'ultima, di quattro anni, illesi gli altri due di sei e sette anni. Tutti e tre i bambini sono figli della donna, vedova di Domenico Petruzzelli, pregiudicato di 35 anni, ucciso insieme ad un altro pregiudicato, Domenico Attorre, nel maggio del 2011. Anche in quella circostanza la donna fosse stata presente.
    Gli investigatori sono certi che i killer abbiano agito per vendetta nei confronti di Cosimo Orlando, detenuto in semilibertà perché stava scontando una condanna per il duplice omicidio di Filippo Scarciello e Giancarlo La Cava, di 22 e di 26 anni, uccisi con colpi di arma da fuoco nelle campagne di Palagianello (Taranto) il 4 novembre del 1998. Orlando era stato condannato insieme ad un complice e aveva già scontato in carcere 13 anni. Il duplice omicidio - secondo quanto accertato dagli investigatori - maturò nell'ambito di contrasti tra clan rivali per contendersi l'attività di spaccio di droga nella zona. E sembra che Orlando, da quando aveva ottenuto la semilibertà, era tornato a pretendere di svolgere un ruolo nel mondo della attività di spaccio delle sostanze stupefacenti. L'agguato è avvenuto mentre la donna, a bordo della sua Matiz stava accompagnando il suo compagno, Cosimo Orlando, nel carcere di Taranto dove l'uomo trascorreva la notte. Il giorno, invece, era a Palagiano, dove la famiglia viveva. All'agguato non hanno assistito testimoni: sarebbero stati alcuni automobilisti a segnalare la presenza della vettura ferma "in modo strano".
    Quando i carabinieri sono arrivati non hanno potuto far altro che constatare la morte dei tre e occuparsi immediatamente degli altri due bambini che erano sotto choc. Sono quindi scattate le battute nella zona di polizia e carabinieri alla ricerca dei killer: ancora non è possibile sapere - gli investigatori al momento non si sbilanciano - se il commando abbia sparato affiancando la Matiz dal lato del conducente o del passeggero. ''Occorre riflettere sul rischio - ha detto stamani il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola - che tornino gli anni peggiori". "Credo che lo stato debba reagire di fronte ad una strage così efferata, che ancora una volta - aggiunge Vendola - dimostra quanto la modalità operativa della mafia abbia dentro di sé un codice di disumanità e di barbarie assoluta". Il prefetto di Taranto, Umberto Guidato, ha convocato una riunione urgente in prefettura. Da Roma - si è appreso - stanno arrivando in Puglia i carabinieri del Ros. Le indagini sono dirette dal pm Remo Epifani e dal pm della Dda di Lecce Alessio Coccioli.
   

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