(di Luisa Amenduni)
Quando i carabinieri sono arrivati
sembrava fosse un incidente stradale: l'auto, una Matiz di
colore rosso, adagiata quasi sul guard rail e dentro, sul sedile
posteriore, due bambini di sei e sette anni, che singhiozzavano
e non riuscivano neanche a parlare. Davanti, al posto di guida,
una donna e accanto un uomo che nascondeva quasi con il suo
corpo quello del piccolo di quattro anni che aveva in braccio:
tutti e tre morti. Sono stati raggiunti da una pioggia di colpi
di arma da fuoco sparati - sembra - da una vettura che ha
affiancato la Matiz mentre l'auto percorreva la statale 106,
nelle vicinanze dello svincolo per Palagiano Sud. Sono stati
sparati tra i 15 e i 20 colpi e tra il primo e l'ultimo l'auto
ha percorso, sembrerebbe, 300 metri.
A seguito dell'agguato, il ministro dell'Interno, Angelino
Alfano, ha disposto l'invio di 60 tra poliziotti e carabinieri
nella provincia di Taranto.
Le vittime sono Cosimo Orlando, di 43 anni, con precedenti
penali, in semilibertà, la sua compagna, Carla Maria Fornari, di
30 anni, e il figlio di quest'ultima, di quattro anni, illesi
gli altri due di sei e sette anni. Tutti e tre i bambini sono
figli della donna, vedova di Domenico Petruzzelli, pregiudicato
di 35 anni, ucciso insieme ad un altro pregiudicato, Domenico
Attorre, nel maggio del 2011. Anche in quella circostanza la
donna fosse stata presente.
Gli investigatori sono certi che i killer abbiano agito per
vendetta nei confronti di Cosimo Orlando, detenuto in
semilibertà perché stava scontando una condanna per il duplice
omicidio di Filippo Scarciello e Giancarlo La Cava, di 22 e di
26 anni, uccisi con colpi di arma da fuoco nelle campagne di
Palagianello (Taranto) il 4 novembre del 1998. Orlando era stato
condannato insieme ad un complice e aveva già scontato in
carcere 13 anni. Il duplice omicidio - secondo quanto accertato
dagli investigatori - maturò nell'ambito di contrasti tra clan
rivali per contendersi l'attività di spaccio di droga nella
zona. E sembra che Orlando, da quando aveva ottenuto la
semilibertà, era tornato a pretendere di svolgere un ruolo nel
mondo della attività di spaccio delle sostanze stupefacenti.
L'agguato è avvenuto mentre la donna, a bordo della sua Matiz
stava accompagnando il suo compagno, Cosimo Orlando, nel carcere
di Taranto dove l'uomo trascorreva la notte. Il giorno, invece,
era a Palagiano, dove la famiglia viveva. All'agguato non hanno
assistito testimoni: sarebbero stati alcuni automobilisti a
segnalare la presenza della vettura ferma "in modo strano".
Quando i carabinieri sono arrivati non hanno potuto far altro
che constatare la morte dei tre e occuparsi immediatamente degli
altri due bambini che erano sotto choc. Sono quindi scattate le
battute nella zona di polizia e carabinieri alla ricerca dei
killer: ancora non è possibile sapere - gli investigatori al
momento non si sbilanciano - se il commando abbia sparato
affiancando la Matiz dal lato del conducente o del passeggero.
''Occorre riflettere sul rischio - ha detto stamani il
presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola - che tornino gli
anni peggiori". "Credo che lo stato debba reagire di fronte ad
una strage così efferata, che ancora una volta - aggiunge
Vendola - dimostra quanto la modalità operativa della mafia
abbia dentro di sé un codice di disumanità e di barbarie
assoluta". Il prefetto di Taranto, Umberto Guidato, ha convocato
una riunione urgente in prefettura. Da Roma - si è appreso -
stanno arrivando in Puglia i carabinieri del Ros. Le indagini
sono dirette dal pm Remo Epifani e dal pm della Dda di Lecce
Alessio Coccioli.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA