Dal Ciliegio Corniola al Pero Cova
e il Melo Regina: sono alcune delle 24 varietà locali di alberi
da frutto tradizionali del Casentino, in provincia di Arezzo,
"che potevano scomparire e che invece rimarranno sulle tavole e
sui banchi dei mercati mantenendo ancor più ricca
l'agrobiodiversità toscana". Lo rende noto la Regione Toscana
spiegando che il loro salvataggio è stato possibile "grazie a un
progetto di recupero finanziato dal Psr tramite Terre regionali
Toscane e realizzato dall'Unione dei Comuni montani del
Casentino e dalla Scuola Sant'Anna di Pisa".
La maggior parte di queste varietà locali sono già iscritte
al registro nazionale per la commercializzazione del materiale
di moltiplicazione delle specie frutticole e dal 13 febbraio
sono iscritte anche nel repertorio regionale delle varietà
locali a rischio di estinzione della Toscana (Lr 64/2004) che
permette il sostegno ai Coltivatori custodi e alla banca del
germoplasma tenuta dall'Unione dei Comuni del Casentino presso
il vivaio di Cerreta in Camaldoli di Poppi. L'ambito locale di
recupero, conservazione e coltivazione delle diverse varietà
locali riguarda in particolare i comuni di Bibbiena, Capolona,
Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della
Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Pratovecchio
Stia, Subbiano e Talla. Tra le 24 cultivar salvate ci sono due
ciliegi, quattordici meli, sette peri e un pesco. "Il recupero
di queste antiche cultivar - commenta la vicepresidente e
assessora all'agricoltura della Toscana Stefania Saccardi -
permetterà di studiare la migliore resilienza ai cambiamenti
climatici in corso e la conservazione della biodiversità del
territorio anche attraverso la loro valorizzazione soprattutto
presso le aziende agrituristiche. Oggi più che mai la tutela
delle risorse genetiche locali, si lega indissolubilmente ai
temi della sostenibilità ambientale, dei cambiamenti climatici,
dell'economia circolare, della tutela del suolo, dell'acqua e
della biodiversità naturale e selvatica".
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