La celebrazione della messa in Coena
Domini, del Giovedì santo, è stata presieduta, a Terni, dal
vescovo Francesco Antonio Soddu all'interno della casa
circondariale, per il terzo anno. Nel corso della celebrazione,
il vescovo ha compiuto il gesto della lavanda dei piedi a dodici
detenuti.
La messa - riferisce la diocesi - è stata concelebrata da
padre Danilo Cruciani e da don Giuseppe Zen, direttore della
Caritas diocesana, alla presenza del direttore del carcere, Luca
Sardella, del comandante della polizia penitenziaria, Vanda
Falconi, dei volontari, formatori e operatori.
"Gesù con la sua morte e resurrezione - ha detto il vescovo
ai detenuti - ci libera dalla schiavitù del peccato. Ci libera
dal carcere più duro, che è quello che è nel nostro cuore. In
questa celebrazione ricordiamo l'istituzione dell'Eucaristia
nell'ultima cena, che è l'inizio di qualcosa che coinvolge tutti
e che si ripete sempre: il servizio vicendevole, la donazione
della vita gli uni per gli altri. Nella misura in cui facciamo
entrare Gesù nel nostro cuore, la nostra vita si trasforma,
rinasce. Chiediamo al Signore la capacità di essere disponibili
ad accoglierlo nel nostro cuore e farlo entrare nella nostra
esistenza, lui che ha dato la sua vita per noi, perché
diventiamo capaci di donarla agli altri".
Il vescovo ha ricordato come la lavanda dei piedi rappresenti
"un gesto di profonda di donazione, un gesto di amore. E di
gesti amore tutti abbiamo necessità, nella capacità di farsi
prossimo con i doni che Gesù ci dà ed aprirsi alla speranza,
perché quello che è morto dentro di noi, con l'aiuto di Gesù,
può rinascere a vita nuova".
Al termine è stato letto un testo "Sono acqua" sul tema del
perdono, composto da un detenuto nell'ambito del laboratorio di
scrittura all'interno del carcere.
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