"Il problema non è istruire, ma educare: è necessario costruire una ricchezza educativa", intervenendo sulla povertà educativa, che non si riduce semplicemente a un basso tasso di istruzione, ma implica la difficoltà di confrontarsi con le sfide da affrontare. Il professore Nando Dalla Chiesa, ordinario di Sociologia della criminalità organizzata all'Università degli studi di Milano, è stato il protagonista dell'incontro pubblico 'Educare alle legalità, educare al conflitto', che ieri pomeriggio ha dato il via alla seconda edizione del corso 'Giovani ambasciatori della legalità'.
"Educare alla legalità - ha detto Nando Dalla Chiesa - significa educare al conflitto, alla capacità di contrapporsi a qualcuno o a determinati interessi, perché il nostro sistema è imbevuto di presenza mafiosa".
Organizzato dall'Osservatorio regionale antimafia istituito presso il Consiglio Valle in collaborazione con l'Università della Valle d'Aosta, il corso vede come partecipanti 22 giovani tra i 18 e i 35 anni, laureati o iscritti ad un corso di laurea, che seguiranno da qui a marzo una formazione di 30 ore con l'intento di approfondire la presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso a livello internazionale, nazionale e locale.
Il presidente del Consiglio, Alberto Bertin, ha ricordato come "questo corso sia stato ideato e fortemente voluto dall'Osservatorio regionale antimafia", e si è detto "contento che anche in questa seconda edizione vi sia stato un numero significativo di adesioni, a testimonianza dell'impegno delle giovani generazioni.
La consapevolezza unita all'impegno civico è la base di partenza per costruire una società civile, portatrice di valori democratici. Le organizzazioni mafiose sono in piena attività, ciò nonostante si ha la sensazione che il contrasto a queste organizzazioni sia meno sentito, e che venga relegato alla cronaca giudiziaria. Invece, contrastare le mafie e promuovere una cultura della legalità, del rispetto delle regole, dev'essere sempre una priorità".
La capacità di ‘dire no’ è proprio uno dei moduli attorno al quale è strutturato il corso: “Un ‘no’ che non è sempre facile, ma che è possibile e che si trasforma in un esercizio di cittadinanza attiva”, ha detto la rettrice dell'UniVda, Manuela Ceretta. “Il contributo dei futuri ‘Giovani ambasciatori della legalità’ è importante sia in termini di competenze che di convinzione e costituisce un tassello ulteriore per la costruzione della cultura della legalità”. La formazione prosegue ora con attività organizzate in presenza al Nuovo polo universitario. Saranno approfondite con esperti del settore le macro tematiche riguardanti: essere ambasciatori; storia delle mafie; mafie attore economico; mafie senza frontiere; mafie tra media e comunicazione; c'è chi dice No; le mafie attraverso le indagini. Il calendario delle lezioni è all’indirizzo https://www.univda.it/wp-content/uploads/2025/02/Calendario-corso-Giovani-Ambasciatori-24-25-1.pdf
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