"Se ci sono mani criminosi dietro
gli eventi incendiari il Governo nazionale non può accettare e
concedere nessuna deroga alla legge quadro sugli incendi, la
numero 353 del 2000, come annunciato dal Presidente D'Alfonso e
quindi deve essere necessariamente perseguita una strada diversa
e più consona per ripristinare la vegetazione delle nostre
montagne". Questo il commento del Presidente della Commissione
Vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo, che critica
l'ipotesi rimboschimento e propone "una sana e seria attività di
ripulitura creando in questo modo le condizioni che il bosco
riprenda la sua vegetazione e percorso in maniera naturale".
"Invece è troppo riduttivo e semplice - aggiunge - scaricare
le colpe sui piromani come affermato dall'assessore alle Aree
interne Andrea Gerosolimo quando questo Governo regionale ha le
gravi colpe di portare un enorme ritardo e di aver investito
pochi fondi sulle attività di prevenzione come previsto dal PSR.
Quindi sull'emergenza incendi vediamo una Regione che si muove
ancora in maniera sconclusionata e disorganizzata mentre vediamo
territori interi dei nostri Parchi andare in letteralmente in
fumo".
"In questi giorni di emergenza - sottolinea - assistiamo
semplicemente all'assenza totale di una politica seria di
prevenzione mai messa in campo da questo Governo regionale che
andasse a tutelare il nostro patrimonio boschivo e forestale.
Infatti mi risulta che la bozza del bando 8.3.1 del PSR è stata
preparata e trasmessa dal funzionario estensore e bloccata, per
cause sconosciute, dal mese di giugno presso la Direzione
Politiche agricole della Regione Abruzzo. Come risulta
d'altronde dalla scheda obiettivo della DGR n.344/2017. Su
questo punto, nei prossimi giorni, convocherò una specifica
Commissione di Vigilanza dove chiamerò anche l'assessore Pepe,
l'assessore Gerosolimo e il Direttore Di Paolo al fine di
verificare se corrisponde al vero la trasmissione di uno
specifico bando da parte del funzionario e ferma nel cassetto
dal mese di giugno".
"Fatta questa verifica - continua Febbo - reputo tardiva e
assurda la pressa di posizione di questo esecutivo regionale.
Infatti ho già espresso il mio pensiero denunciando come il
presidente D'Alfonso solo oggi si renda conto dell'esistenza in
Abruzzo del patrimonio boschivo e delle bellezze naturali dopo
essere stato il primo responsabile della soppressione del
Servizio Foreste, dello smantellamento dell'ufficio Uso Civico e
della scarsa programmazione dei fondi a disposizione dello
Sviluppo Rurale dove sono stati investiti solo 9 milioni di euro
rispetto ai 30 della passata programmazione. Detto questo mi
preme sottolineare un aspetto delicato che eviti di aprire la
strada a speculazioni ed attività di male affare".
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