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Bruschetta sbanca con la prima nazionale di "Pandemia"

Bruschetta sbanca con la prima nazionale di "Pandemia"

Successo di pubblico e critica all'Aquila sul palco del TSA

L'AQUILA, 21 maggio 2021, 15:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Quando ritorni a fare una cosa dopo tanto tempo, è come se non avessi mai interrotto", così Ninni Bruschetta dopo la prima nazionale di "Pandemia", mattatore sul palco del ridotto del Teatro Comunale dell'Aquila.
    Protagonista dello spettacolo, con la regia di Giuseppe Dipasquale e l'amichevole partecipazione di Roberto Lipari, è una coppia, Bruschetta e la giovane Federica De Benedittis che, partendo dal 1920, attraversano un secolo accompagnati dallo spettro della "malattia". La coppia vive un delirio che subisce una declinazione beffarda e comica della pandemia, morendo e risorgendo più volte, giocando dentro la sua assurda casualità.
    "Pandemia", prodotto dal Teatro Stabile d'Abruzzo diretto da Giorgio Pasotti, è un progetto Ionesco #juexdemassacre. Tra il dramma e l'ironia, nell'alternanza tra amore e morte tratto distintivo del teatro dell'assurdo di Ionesco, la coppia cambia epoca e scena, tenendo il pubblico incollato alla sedia esprimendosi in musica, intelligente comicità e punte di alta drammaticità. "Mi è mancato il palco, ma sono stato comunque impegnato nel preparare spettacoli approfittando del rock down, grazie alla buona politica fatta dai teatri stabili di continuare a dare lavoro in prospettiva del debutto", continua Bruschetta. "Quando sali sul palco ti fai dirigere e l'unica cosa che puoi fare è stare in scena con gli altri attori. In Pandemia il rapporto è limitato a una sola attrice, che per me è stata fondamentale. Federica è la regina dell'ascolta, perchè sa stare in scena ascoltando quello che l'altro fa. È pertanto presente sia come personaggio, sia come attrice. Giuseppe ci ha dato la possibilità di cambiare personaggio di continuo: la vera prova d'attore. Nei panni del cieco (ultima scena) mi sono esaltato perchè la recitazione è di livello complesso, come dimostrano i pochi casi di ciechi in scena sia nel teatro, sia nel cinema", conclude Bruschetta. La sequenza di applausi a ogni scena e la risata partita al momento giusto è stata la prova del successo dello spettacolo.
   

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