Restituire ai consorziati le somme percepite dal 2017 a oggi, se percepite in violazione delle norme di legge e del piano di classifica; rispetto della Legge regionale 45/2019 in materia di contabilità e separazione dei costi di bonifica da quelli delle gestioni economiche; determinazione del contributo di bonifica 2023 a norma di legge e del piano di classifica, regolamento con cui è disciplinata l'imposizione tributaria: sono le richieste che il Comitato Bonifica Sostenibile ha trasmesso al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all'assessore Emanuele Imprudente e al Collegio dei Revisori del Consorzio di Bonifica Centro, allegando una petizione con 1.093 firme di cittadini delle province di Chieti e Pescara.
Il Consorzio Bonifica Centro, ricorda il Comitato in una
nota, è commissariato dal 2017 e la Regione ha una precisa
funzione di controllo e valutazione annuale dei risultati di
gestione, con particolare riguardo alla riduzione degli oneri di
contribuenza nei confronti dei Consorziati, prevista dall'art.
21 della Legge 45. In merito ai fatti esposti nella petizione è
già stato presentato ricorso al Tar che il 24 marzo prossimo
dovrà pronunciarsi nel merito.
Dal 2017, sottolinea il Comitato, "gli oneri dei contribuenti
hanno subito aumenti folli e totalmente slegati dall'andamento
dei costi di gestione del servizio reso, creando il paradosso
che i privati cittadini di Chieti e Pescara attualmente stanno
pagando le perdite subite dal Consorzio a causa dei mancati
pagamenti da parte del Comune di Chieti e Aca e delle Gestioni
Speciali". Il Comitato lamenta il fatto che "la determinazione
del contributo di bonifica avviene in totale difformità alle
norme di legge e alle stesse regole che il Consorzio si è dato.
Inoltre, il contributo di bonifica a carico del comparto
agricolo, extra agricolo e quello sulle abitazioni private viola
i principi di uguaglianza e capacità contributiva, perché
penalizza alcuni a vantaggio di altri".
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