L'Abruzzo è una delle regioni
italiane con il più significativo saldo passivo per quanto
riguarda la mobilità sanitaria, cioè i debiti per cure ricevute
dagli abruzzesi in altre regioni. E' quanto emerge dal Report
della fondazione Gimbe sulla mobilità sanitaria 2022. Il saldo
negativo, per l'Abruzzo, ammonta a 104,1 milioni di euro. Si
tratta di una delle regioni con saldo giudicato "rilevante",
insieme a Lazio (193,4 milioni), Puglia (230,2), Sicilia
(241,8), Calabria (304,8) e Campania (308,4).
Il Report Gimbe si basa su tre fonti dati: i dati economici
aggregati dal Riparto 2024 sono stati utilizzati per analizzare
mobilità attiva, passiva e saldi; i flussi dei Modelli M
trasmessi dalle Regioni al Ministero della Salute, acquisiti
tramite accesso civico generalizzato, hanno permesso di valutare
la differente capacità di attrazione delle strutture pubbliche e
private per le varie tipologie di prestazioni erogate in
mobilità; infine, i dati del Report Agenas hanno consentito un
approfondimento specifico su ricoveri e specialistica
ambulatoriale.
Dall'analisi dei grafici divulgati dalla fondazione, emerge
che l'Abruzzo è al dodicesimo posto per crediti per mobilità
attiva, con un valore che si colloca nella fascia 0-200 milioni
di euro, ed è alla stessa posizione per quanto riguarda i debiti
per la mobilità passiva, con un valore superiore ai 200 milioni
di euro. Il valore percentuale della mobilità sanitaria 2022
erogata da strutture private accreditate (ricoveri e
specialistica ambulatoriale) è pari al 43,9%, rispetto a una
media nazionale del 54,4%.
Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto raccolgono da sole il
94,1% del saldo attivo della mobilità sanitaria, ovvero la
differenza tra risorse ricevute per curare pazienti provenienti
da altre Regioni e quelle versate per i propri cittadini che si
sono spostati altrove. A pagare il prezzo più alto sono, invece,
Abruzzo, Calabria, Campania, Sicilia, Lazio e Puglia, che
insieme rappresentano il 78,8% del saldo passivo. Nel 2022, la
mobilità sanitaria interregionale ha raggiunto la cifra record
di 5,04 miliardi euro, il livello più alto mai registrato e
superiore del 18,6% a quello del 2021 (4,25 miliardi). I dati
Gimbe confermano anche il peggioramento dello squilibrio tra
Nord e Sud, con un flusso enorme di pazienti e di risorse
economiche in uscita dal Mezzogiorno.
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