La Guardia di Finanza di Chieti ha
denunciato due persone per frode ai danni dell'erario.
L'inchiesta, condotta dai militari del Gruppo di Chieti,
coordinati dal tenente colonnello Vito Casarella, è scaturita da
un controllo su una società che nel 2020 ha ricevuto
finanziamenti dallo Stato previsti dal "Decreto rilancio",
destinati ad aiutare gli imprenditori che, a causa della
pandemia, erano in difficoltà economiche. E che nell'aprile 2020
hanno registrato un fatturato inferiore ai due terzi rispetto ad
aprile dell'anno precedente.
Gli sviluppi successivi hanno consentito l'individuazione di
quattro società, tutte riconducibili a due persone che si sono
indebitamente appropriate dei contributi pubblici a fondo
perduto per 75mila euro, erogati per l'emergenza Covid. L'esame
dei documenti contabili e delle richieste di credito presentate
agli intermediari (non indagati), insieme alla ricostruzione dei
flussi finanziari, ha permesso ai finanzieri di ipotizzare che
le sovvenzioni statali siano state ottenute producendo
documentazione artefatta e che tali somme, diversamente da
quanto previsto dal Decreto, abbiano avuto finalità diverse.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di
Chieti, accogliendo le ipotesi accusatorie formulate dalla
Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo,
finalizzato alla confisca per equivalente, del profitto del
reato corrispondente all'ammontare dei sussidi accertati dalle
Fiamme Gialle.
"L'azione della Guardia di Finanza è orientata a contrastare
le frodi fiscali in tutte le declinazioni - commenta il
comandante provinciale della Guardia di Finanza di Chieti,
colonnello Michele Iadarola - e attività come queste consentono
di recuperare ingenti risorse da destinare correttamente a
sostegno di famiglie e imprese".
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