Il passo lento, cadenzato e
sincronizzato, diventa metronomo dello stesso corteo. Lo
struscio, l'incedere trinitario, sono in tanti a ripeterlo lungo
la processione, circa 250 in saio rosso, che formano un corpo
solo ed un'anima sola. trinitari dell'Arciconfraternita di Vico
dell'ospedale accompagneranno questa sera, dalle ore 20
(all'imbrunire), la storica processione del Venerdì Santo, per
il 198/o anno di fila.
La prima edizione, stando agli archivi, risale al 13 aprile
1827 quando la Congrega dei Nobili lasciò il testimone proprio
ai trinitari. Una città in pieno fermento, pronta ad accogliere
la fiumana di turisti. L'attesa, in particolare, si tocca con
mano nei vicoli del centro storico. Lì l'accoglienza diventa
ancor più viscerale ed ancestrale. C'è chi prepara una croce.
Chi accende una candela. Perché, come ripete con la voce rotta
dall'emozione uno degli abitanti, la "processione passa sotto
casa".
L'avvio della processione, che simbolicamente ricorda la
traslazione di Gesù deposto dalla croce verso il sepolcro, sarà
preceduto da una riflessione del vescovo. La chiesa sarà aperta
alle 18. Da quel momento tanti sulmonesi e centinaia di turisti
la visiteranno, per accostarsi per pochi commoventi momenti al
catafalco con la bara del Cristo Morto, al tronco, la grande
croce vellutata cremisi che apre la processione e alla statua
dell'Addolorata. Poi il corteo, con le prime note della marcia
funebre e subito dopo il canto del Miserere, si avvierà verso
via Ciofano, attraversando via Corfinio, via Barbato, la villa
comunale, corso Ovidio, via De Nino, via Angeloni e piazza
Garibaldi dove avverrà il simbolico "scambio" con i confratelli
di S.Maria di Loreto, in mozzetta verde, quelli della
rappresentazione pasquale della Madonna che scappa; poi
l'ingresso dei trinitari in piazza Plebiscito e intorno alla
mezzanotte il rientro in chiesa, preceduto dalla preghiera
finale del vescovo, davanti alla chiesa dell'Annunziata.
Occhi puntati sul coro composto da 124 elementi che
riproporrà i versi del salmo 50: Miserere, la versione di
Raffaele Scotti, Amplius, Tibi Soli, Ecce. Uno sguardo ai
simulacri, la bara del Cristo e la statua dell'Addolorata. Ad
aprire il corteo sarà il Tronco, l'opera di Nicola Gizzi del
1752 in velluto cremisi, recentemente restaurato a cento anni
esatti dall'onorificenza assegnata da papa Pio XI.
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