"Papa Francesco
doveva riguardarsi e non andare nelle carceri o in piazza San
Pietro, era troppo malato. Sono tanto dispiaciuto per la sua
morte": dal giorno della scomparsa del Santo Padre, Guerino
Patani, che oggi festeggia il suo 108esimo compleanno, non fa
che ripeterlo, addolorato per la scomparsa del Pontefice. A
raccontarlo all'ANSA è il nipote Francesco Piunti.
Quella di Guerino è una riflessione semplice ma intensa,
pronunciata da chi ha attraversato più di un secolo di storia,
testimone diretto delle sue pagine più drammatiche e complesse.
Brigadiere dell'Arma dei carabinieri, Patani fu arruolato a
Teramo e iniziò il suo servizio come guardia in Vaticano, al
portone di bronzo. Fu poi di guardia nei momenti più delicati
della storia italiana, a Roma, dove prestò servizio anche
durante la visita di Hitler a Mussolini. Con la memoria lucida e
una disciplina mai abbandonata, racconta spesso i giorni
dell'armistizio firmato da Badoglio, che lo colsero in servizio
attivo. È passato per Roma, l'Abruzzo e infine le Marche, dove
nel 1970 fondò la sezione dell'Associazione nazionale
carabinieri di Grottammare. Oggi vive a San Benedetto del
Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, nel suo quartiere si reca
ancora da solo a fare la spesa.
Evita però di girare con figlia e genero, "per non dare
troppo disturbo", dicono sorridendo i familiari. "Sta bene,
cammina, recita ogni giorno il rosario guardando la tv e segue
le notizie con attenzione - racconta ancora Piunti - È una
persona molto sensibile: ogni volta che ricorda i colleghi
uccisi alle Fosse Ardeatine, si commuove".
Molto legato alla spiritualità e un tempo vicino agli
ambienti della Democrazia cristiana, ha sempre vissuto la
religione come una guida profonda. "In queste ore - sottolinea
il nipote - vive il lutto per la scomparsa del Santo Padre con
autentico dolore". Ma a festeggiarlo per l'importante traguardo
dei 108 anni oggi ci sono la figlia Valeria, il genero Vito, i
nipoti Francesco con Lisa e Marialisa con Danny, e i pronipoti
Massimo e Riccardo. "Quella di mio nonno è una vita vissuta come
un libro di storia, in uniforme e con lo sguardo vigile di chi
non ha mai smesso di servire", conclude il nipote.
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