Per fare chiarezza sulle voci
di un ipotetico declassamento dell'ospedale Val Vibrata, la Asl
di Teramo ha fatto una conferenza stampa chiarificatrice.
"L'ospedale di Sant'Omero è un modello che definirei integrato
in cui tutti e quattro gli ospedali concorrono con diverse
attività e specializzazioni a dare un'offerta sanitaria unica e
adeguata alle esigenze dei cittadini", ha detto Di Giosia con i
responsabili delle unità operative.
"Non ha senso replicare nei quattro ospedali inutili
doppioni, ma ha invece ha valore fornire, in ogni ospedale, alte
professionalità e specializzazioni. Mettere in collegamento più
presidi non significa depotenziarli, ma a creare una rete".
Di Giosia si è indirettamente espresso sulle polemiche sul
passaggio da Uoc a Uosd della unità operativa di ostetricia e
ginecologia, secondo il piano di reingegnerizzazione della rete
ospedaliera. Il direttore Dipartimento materno infantile,
Antonio Sisto, e quello dell'Ostetricia e Ginecologia,
Alessandro Santarelli, hanno spiegato: "Il presidio ospedaliero
svolge un ruolo di fondamentale. Con una riorganizzazione
'circolare' si otterrà un incremento dell'attività operatoria,
puntando sulla patologia ginecologica di bassa-media
complessità. Anche l'attività chirurgica è notevole: 1-541
dimissioni effettuate nel 2022, superiore al 2019, quando ne
furono 1.513.
A illustrare l'attività chirurgica nel Val Vibrata sono stati
il direttore della chirurgia Mario Cicconi e il Renato
Pietroletti direttore del reparto, convenzionato con
l'università dell'Aquila, di chirurgia proctologica. Fra i vari
reparti spicca la ortopedia diretta da Vittorio Di Cesare che in
questi primi sei mesi del 2023 ha ulteriormente aumentato le
attività chirurgiche, in particolare la chirurgia protesica
(anca-ginocchio-spalla) attestandosi su 160 protesi totali e con
un tasso di occupazione dei posti letto del 104%. Un secondo
reparto convenzionato con l'Università dell'Aquila è la medicina
interna diretta da Davide Grassi: "Per la prima volta in vita
mia ho visto attivare ambulatori in quindici giorni. Mi sento di
far parte di un gruppo forte in grado di mettere in campo
strette collaborazioni fra diversi reparti". "Aver incrementato
la presenza dell'università significa elevare anche la qualità
dell'assistenza. Forse questo ha disilluso qualche interno, ma
se vogliamo un Sanità di qualità determinate scelte andavano
fatte", conclude Di Giosia.
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