L'Università dell'Aquila,
d'intesa con la Regione Abruzzo, ha sviluppato un protocollo con
un metodo applicativo che permetterà di proteggere le
coltivazioni di zafferano dai diversi agenti patogeni che
annualmente ne diminuiscono la produzione. È questa la
principale finalità del progetto di ricerca "Pro.zaff",
presentato teso al miglioramento dello stato fisiologico delle
piante e alla salvaguardia della coltura contro il fungo
patogeno 'Fusarium oxysporum'.
Obiettivo del progetto, è quello di sviluppare metodi
innovativi per tutelare le colture mediante la valorizzazione
del suolo. Molteplici le relazioni scientifiche sviluppate dai
ricercatori dell'Ateneo aquilano e illustrate alla presenza del
vice presidente della Regione Abruzzo con delega
all'Agricoltura, Emanuele Imprudente, del direttore del
Dipartimento di Mesva dell'Università degli Studi dell'Aquila,
Guido Macchiarelli.
"Sulle problematiche relative alla valorizzazione e alla
tutela delle colture di zafferano - spiega Imprudente - abbiamo
intrapreso con l'Ateneo aquilano un virtuoso percorso comune che
ha coinvolto le istituzioni, il mondo della ricerca scientifica
e le imprese agricole al fine di individuare nuovi mezzi tecnici
per proteggere le coltivazioni e incrementare la produzione.
Abbiamo il dovere di difendere i prodotti di nicchia del nostro
territorio come lo zafferano, coltivato nell'altopiano
abruzzese, e conosciuto e apprezzato per la sua biodiversità e
per le sue proprietà benefiche sulla salute, che racconta la
nostra storia, la nostra identità, la nostra cultura".
Il Progetto pluriennale "Pro.zaff", finanziato
dall'assessorato all'Agricoltura, ha come obiettivo lo sviluppo
di protocolli colturali innovativi per la produzione di
zafferano attraverso 'l'utilizzo di batteri con azione
biostimolante e di biocontrollo di funghi fitopatogeni'. "Il
protocollo sviluppato dall'Università - afferma Marika
Pellegrini, ricercatrice in microbiologia ambientale
dell'Università dell'Aquila - andrà a incidere su diversi
aspetti qualitativi dello zafferano, tra cui quello metabolico,
per ottenere un miglioramento complessivo della qualità
funzionale".
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