"Una proposta inaccettabile, carente
sotto il profilo scientifico e istruttorio, e in netta
contraddizione con i principi ambientali dell'Unione Europea.
Abbassare la protezione del lupo significa riaprire le porte al
rischio di estinzione e incentivare il bracconaggio". Lo ha
dichiarato Annamaria Procacci dell'Ente Nazionale Protezione
Animali, in audizione alla Commissione Politiche Ue della Camera
sulla proposta di modifica della direttiva Ue sulla protezione
del lupo.
Enpa ha ricordato che il lupo è una specie chiave negli
equilibri naturali: regola le popolazioni di ungulati,
contenendo i danni all'agricoltura e contribuendo alla
prevenzione della Peste Suina Africana. Eppure, ogni anno la
popolazione stimata di circa 3.200 lupi in Italia subisce
perdite superiori al 10%, principalmente a causa del
bracconaggio, una piaga sistemica ancora largamente impunita.
Dal punto di vista giuridico, la Protezione Animali
sottolinea che la proposta europea si pone in contrasto con i
principi fondamentali del diritto ambientale dell'Unione
Europea. In particolare, la sussidiarietà in ambito ambientale
dovrebbe essere applicata per rafforzare (in melius) e non per
indebolire (in peius) la tutela della natura. Inoltre, la
modifica della Convenzione di Berna non impone all'Unione una
revisione automatica della Direttiva Habitat, così come una
modifica della direttiva non obbliga l'Italia a cambiare la
legge 157/92.
"L'Italia ha già tutti gli strumenti normativi per tutelare
il lupo e garantire la convivenza con le attività zootecniche -
ha detto Annamaria Procacci durante l'audizione - ma la
prevenzione è gravemente trascurata. Dove vengono utilizzati
recinti elettrificati, cani da guardiania e buone pratiche, gli
attacchi ai greggi si riducono fino ad azzerarsi".
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