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ANSAcom - In collaborazione con SDGs LEADERS BOOTCAMP
Fare impresa "in modo sostenibile" è una filosofia condivisa dal tessuto imprenditoriale nazionale e l'Europa "può avere una leadership" nella diffusione delle buone pratiche Esg. L'adozione dei criteri di sostenibilità e la loro rendicontazione da parte delle aziende, soprattutto quelle di minori dimensioni, è stata al centro della SDGs Leaders UNconference di SDGs Leaders. "Il tessuto imprenditoriale italiano è fatto di pmi e quindi non possiamo permetterci che restino indietro rispetto alla sostenibilità", ha affermato il managing director di SDGs Leaders Marco Gallo. Secondo il manager sono proprio le pmi a rappresentare "un attore centrale nel percorso verso la sostenibilità. Occorre lavorare sulla filiera, altrimenti solo le grandi imprese avranno le risorse per riuscire a gestire questo cambiamento epocale e una normativa molto forte". L'obiettivo è "lavorare sulla rendicontazione e rendere le nostre aziende sempre più trasparenti, attraverso un percorso di accompagnamento". La conferenza si è poi soffermata sulla direttiva europea Csrd, la legislazione entrata in vigore a gennaio 2023, che richiede alle imprese Ue di divulgare il proprio impatto sociale e ambientale e l'impatto delle proprie azioni ambientali, sociali e di governance sul business. "Nel perimetro della direttiva europea Csrd ci sono oggi in Italia circa 7 mila imprese" e gli "obblighi riguarderanno successivamente anche la catena di fornitura, quindi le piccole e medie imprese non direttamente coinvolte negli ambiti normativi", ha spiegato Antonio Romeo, direttore di Dintec, il consorzio per l'Innovazione tecnologica del Sistema Camerale. "Ci sono una serie di piccoli passi da realizzare per affiancare le imprese in questo percorso" tra cui "lavorare sulla governance, ma anche su tutti i dipendenti integrando la sostenibilità nella strategia aziendale e non trattandola più come un mero obbligo o una scelta etica".
Del resto gli italiani si dimostrano attenti alla sostenibilità: "Il 95% degli italiani ritiene che il cambiamento climatico sia in corso e il 77% si sente vulnerabile rispetto allo stesso", ha detto Silvia Cecamore, deputy chief financial officer Italia e Sustainability & Purpose Director di Siram Veolia. "Inoltre, otto italiani su 10 hanno affermato di essere disposti a spendere di più per avere accesso a soluzioni green e sentirsi meno vulnerabili. Questi numeri dicono che la sostenibilità non è una moda, è un bisogno".
Della necessità di un cambio di paradigma è convinto anche Angelo Raffaele Maggi, head of Esg Business Advisory di Banco Bpm. "Solo coloro che rispetto alla sostenibilità cambieranno il paradigma, passando da vincolo a opportunità, riusciranno a raggiungere grandi risultati", ha commentato. Per Maggi è importante anche "lavorare sui dati, che devono essere chiari e standardizzati. È cruciale l'integrazione dei dati per fare in modo che il patrimonio informativo che con grande fatica viene prodotto anche dai nostri clienti possa essere messo in relazione e aiutare a creare un grande vantaggio competitivo".
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