A Spalato, Anna partecipa all'evento dedicato alle donne nel mondo della pesca e del mare, organizzato da Wwf Mediterraneo.
"Incontri come questi sono fondamentali - dice - perché danno visibilità alle donne in un settore, quello della pesca, dove storicamente sono sempre rimaste nell'ombra".
In Catalogna, la biologa italiana è tra le fondatrici dell'Associazione Catalana di Donne del Mare, una rete che lavora per portare alla luce l'impegno e il valore delle donne che operano nel settore marittimo. "Ovviamente è importantissimo anche il confronto con realtà di altri paesi del Mediterraneo.
Solo così possiamo rafforzare la nostra voce e creare alleanze durature".
La Spagna, in questo senso, può essere considerata un esempio virtuoso. "Attualmente ci sono almeno tre grandi associazioni di donne legate al mare: una in Catalogna, una in Andalusia e una nel nord della Spagna, in Galizia. Sono tutte nate di recente, tra il 2018 e il 2019, ma stanno già facendo un grande lavoro".
Una spinta che nasce da un bisogno chiaro: "Le donne vogliono rivendicare il loro diritto a svolgere qualsiasi tipo di lavoro, compresa la pesca. Solo perché in passato sono state relegate a ruoli secondari, non significa che debba essere così anche oggi".
L'associazione catalana, in particolare, si distingue anche per l'attenzione alle nuove generazioni. "Abbiamo con noi la più giovane pescatrice della Catalogna: ha 23 anni, un entusiasmo contagioso e oggi è la nostra portavoce. È la prova che il futuro del mare può - e deve - essere anche al femminile".
(ANSAmed).
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